Mattarella non scherza: il nome entro domani o elezioni

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-08-25

L’intenzione del Quirinale è chiara: non si vuole consentire che il secondo giro di consultazioni, martedì e mercoledì, si trasformi in una farsa inconcludente

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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella attende per domani sera, lunedì, il nome del presidente del Consiglio del governo PD-M5S. E se non c’è un accordo tra le forze politiche e nessuna possibilità di ricomporre anche l’asse tra MoVimento 5 Stelle e Lega, a dispetto degli sms in stile “Cara ti amo” tra Di Maio e Salvini, scioglierà le camere e indirà nuove elezioni.

Mattarella non scherza: il nome entro domani o elezioni

L’intenzione del Quirinale è chiara: non si vuole consentire che il secondo giro di consultazioni, martedì e mercoledì, si trasformi in una farsa inconcludente. Per questo, scrive oggi Repubblica, il calendario del secondo round dei partiti nello studio alla Vetrata sarà stilato solo nella serata di domani, proprio perché il Presidente prima vuole avere contezza delle varie posizioni in campo.

Si va verso un governo M5S-Pd? Oppure torna grottescamente l’alleanza gialloverde, con Di Maio premier? Oppure è il caso di prepararsi al voto? Nessuna delle tre opzioni al momento sembra prevalere nettamente sulle altre. Il Quirinale assiste con crescente allarme alle piroette in corso, al valzer dei due forni. Se questo stato di confusione permarrà fino all’ultimo allora il Capo dello Stato non esclude di indire consultazioni rapidissime, tutte concentrate in un giorno, o addirittura in mezza giornata. Non vuole show, con i leader che al suo cospetto dicono una cosa e al popolo dei social un’altra. È anche una questione di rispetto verso l’istituzione che rappresenta.

mattarella discorso

Anche perché il tempo stringe: già adesso, in caso di fallimento, si rischia di andare al voto ai primi di novembre, il che signicherebbe avere un Parlamento operativo sul finire del mese; resterebbero circa trenta giorni per scongiurare l’esercizio provvisorio e mettere in piedi una legge di Stabilità complicatissima. Anche Ugo Magri sulla Stampa disegna uno scenario simile, pur essendo più possibilista sulla conclusione parlamentare della crisi. Altrimenti potrebbe arrivare un esecutivo ponte per portarci alle urne:

Comunque vada a finire, mercoledì sarà il giorno dell’incarico di governo. Mattarella lo conferirà a chi gli suggeriranno M5S e Pd (a patto che si mettano d’accordo), oppure a qualche personalità neutra, nel caso si debba formare un governo di garanzia incaricato di portarci in fretta a votare. Il governo elettorale sarebbe formato da sette-otto ministri tecnici con molte deleghe e avrebbe un programma politico semplicissimo, di tre sole parole: «Tornare alle urne». Dovrebbe presentarsi in Parlamento, perché così vuole la Costituzione, ma solo per essere bocciato. Un attimo dopo, il presidente firmerebbe il decreto che manda tutti a casa.

Copertina da: Instagram

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