Mattarella, incarico a Conte

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-08-28

Prima Di Maio ha rivelato che Matteo Salvini ha fatto sapere anche al Quirinale la sua disponibilità a fargli guidare un governo con la Lega. La proposta è stata rifiutata

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Sergio Mattarella ha convocato il professor Giuseppe Conte domani mattina alle 9,30 al Quirinale per conferirgli l’incarico di formare un nuovo governo. La decisione è arrivata dopo che il MoVimento 5 Stelle e il Partito Democratico lo hanno indicato. Luigi Di Maio, parlando in conferenza stampa al Quirinale dopo l’incontro, ha rivelato che Matteo Salvini ha fatto sapere anche al Quirinale la sua disponibilità a fargli guidare un governo con la Lega. La proposta è stata rifiutata da Di Maio, ma gli è servita per rispondere indirettamente a chi lo accusava di puntare alle poltrone, prima la vicepresidenza e poi il ministero dell’Interno.

Mattarella, incarico a Conte

Non riuscendo nella svolta, Salvini ha riversato in conferenza stampa un attacco bilioso al presidente del Consiglio Giuseppe Conte: “Abbiamo espresso a Mattarella lo sconcerto non della Lega, ma di milioni di italiani, di fronte allo spettacolo indecoroso del teatrino della guerra delle poltrone”, ha detto evidentemente avendo dimenticato di aver offerto proprio una poltrona a Di Maio poco prima. Salvini è andato a sfoderare il suo armamentario complottista, accusando il tipo con cui è stato 14 mesi al governo e che fino a quando non ha v delinto le elezioni europee gli andava benissimo: “il candidato” alla presidenza del Consiglio – cioè l’ex avvocato del popolo, ora in campo per i Cinque Stelle – “probabilmente lo hanno trovato a Biarritz, su indicazione di Parigi, Berlino e Bruxelles”. “E’ un Monti bis”, ‘svela’ Salvini. “Dove è la discontinuità?”, si chiede il leader del Carroccio, visto che “lo stesso presidente del Consiglio andrebbe a fare un cdm nello stesso mese con i ministri della Lega e con quelli del Pd”.

salvini

Il Capitano ha rispolverato vari classici del complottismo che tiene da anni nel suo repertorio di chiacchierone politico: “Abbiamo l’impressione che ci sia un progetto che parte da lontano, non parte dall’Italia, che ha una idea di svendita di paese e delle aziende e del futuro di questo paese a poteri che non sono in Italia”. Ritorna l’eco dei poteri forti, della Troika, e del cordone sanitario, da ultimo evocato dai leghisti dopo l’isolamento in UE, con l’elezione della Von der Leyen a Bruxelles. Poi però nelle sue parole si materializza il nemico di sempre, quel Pd che sembrava sconfitto e che ha firmato la sua uscita dal Viminale, se si arriverà a formare il governo Conte-M5S-PD”.

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