Politica

Massimo Gramellini e il Papa Re

di dipocheparole

Pubblicato il 2015-10-20

La Stampa si accorge che il Pontefice vuole comandare a Roma. Ohibò, che novità

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Massimo Gramellini nel Buongiorno di oggi sulla Stampa commenta una presunta lettera scritta da Papa Francesco ad Andrea Alzetta detto Tarzan, «collezionista di denunce per violazione di domicilio e invasione e devastazione di edifici» come lo presenta il quotidiano torinese, per esortarlo a occuparsi di chi non ha casa a Roma. A Gramellini l’atteggiamento del Papa dà fastidio, e il vicedirettore della Stampa spiega perché:

I conservatori deprecano la tendenza di Francesco a intrecciare rapporti con persone che cavalcano la tigre della protesta sociale senza fermarsi dinanzi alla legge. Da laico mi infastidisce di più la sua attenzione esasperata e ormai esasperante verso tutto ciò che accade nella capitale di uno Stato estero confinante col suo. Fin dalla prima apparizione sulla balconata di San Pietro ha preso molto sul serio il ruolo di vescovo di Roma, forse sottovalutando il particolare che quando apre bocca non è il vescovo che parla ma il Papa.
Dopo avere affossato il sindaco con una battuta, l’altro giorno ha chiesto scusa per gli scandali che hanno colpito la città. Non mi risulta che il capo della Chiesa universale abbia fatto lo stesso per gli scandali che scoppiano quotidianamente in altri punti del globo. Nel vuoto di potere laico che attanaglia l’Urbe alla vigilia dell’ennesimo Giubileo, sembrano tornati i tempi del Papa Re. Con la differenza che questo pontefice può denunciare le magagne di Roma senza neanche doversi scomodare a risolverle. E pensare che, per fare felice Tarzan, basterebbe attingere alle migliaia di case romane sfitte di proprietà del Vaticano.

Il Papa ninfea  (via Dicci di Più)

Il Papa ninfea (via Dicci di Più)


Ora, a parte la storia delle case di proprietà del Vaticano, che quando viene usato come argomento nei confronti del Vaticano di solito si viene tacciati di demagogia spicciola e populismo, andrebbe ricordato che la storia della risposta del Papa ad Action è molto probabilmente esagerata. Come scriveva il Corriere della Sera ieri, la richiesta d’attenzione di Tarzan — al secolo Andrea Alzetta, ex consigliere comunale in Campidoglio, più volte in prima linea nei cortei romani — è stata consegnata a luglio a una suora volontaria in un campo rom, la quale ha fatto da tramite con la segreteria vaticana per ottenere, pochi giorni dopo, la risposta firmata da monsignor Brian Wells, assessore della Segreteria di Stato. Una replica cordiale e incoraggiante, che però non è stata scritta dal Papa ma da un ufficio in Vaticano che si occupa di sbrigare la corrispondenza con una formula standard. Ciò detto, pare francamente strano che la Stampa si sia accorta oggi che il Pontefice vuole comandare a Roma. Non è una novità dalla seconda metà dell’Ottocento. Il punto è sempre lo stesso: la Chiesa ci prova sempre. Sta alla politica e alla stampa resistere o direttamente fregarsene della Lobby vaticana. Nel caso di Ignazio Marino, ad esempio, non sembra che sia andata esattamente così.

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