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La guerra di Giarrusso a Malta e alla Bindi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-10-22

Il vulcanico senatore grillino prima accusa Malta di non volerlo sull’isola, poi se la prende con la Bindi e ne chiede le dimissioni perché la Commissione Antimafia va a La Valletta senza di lui. Infine arriva il M5S e si dissocia dai suoi personalismi

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Il senatore del MoVimento 5 Stelle Mario Michele Giarrusso scende in guerra prima contro Malta e poi contro Rosi Bindi. Tutto comincia ieri, quando il senatore rilascia un’intervista a Tribupress nella quale denuncia la propria esclusione dalla visita della commissione parlamentare Antimafia “su esplicita richiesta del governo de La Valetta”.

Il senatore Giarrusso va alla guerra contro Malta e la Bindi

“Per le mie considerazioni sull’assassinio di Daphne Caruana Galizia sono stato dichiarato persona non gradita dal Governo di Malta. La Bindi mi ha escluso dalla visita della Commissione Antimafia. E’ una cosa gravissima, siamo diventato gli zerbini di una ‘superpotenza’ come Malta, a cui basta protestare perché l’Italia esegua”, sostiene Giarrusso che nel frattempo riceve varia solidarietà su Facebook. Le accuse a Malta e alla Commissione Antimafia sono gravi, tanto che arriva una risposta di La Valletta. Il governo maltese infatti “smentisce” le “insinuazioni” e le “invenzioni” del senatore. L’ambasciatore a Roma ha formalmente chiesto “spiegazioni” alla presidente della Commissione, Rosy Bindi, mentre il ministro degli esteri maltese ha “ribadito il messaggio” al nostro rappresentante diplomatico sull’isola. “Il governo maltese – spiega una nota – non è mai stato consultato, formalmente o informalmente, sulla composizione della delegazione italiana”.
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A questo punto Giarrusso smentisce tutto e se la prende su Facebook con la presidente della Commissione Antimafia Rosi Bindi: «Ho appena appreso dalla viva voce dell’Ambasciatrice Maltese Vanessa Fraizer che non è vero che per il Governo Maltese non sono persona gradita. A questo punto è gravissimo che in Commissione Antimafia mi sia stato fatto intendere questo, negandomi la possibilità di andare in missione a Malta con la Commissione Antimafia. Chiedo formalmente alla Presidente Bindi di dare spiegazioni. Chi e perchè non vuole che il portavoce in Senato del Movimento 5 Stelle Mario Michele Giarrusso prenda parte alla missione del 23/24 ottobre a Malta?».

La guerra di Giarrusso, il M5S che dice?

In tutto ciò, Giarrusso non spiega chi gli ha detto che non era persona gradita a Malta né perché è nata tutta questa polemica. Poco dopo però è la commissione antimafia a rispondere al senatore. “Le affermazioni del senatore Giarrusso sulla sua presunta esclusione dalla missione a Malta della Commissione parlamentare Antimafia sono già state smentite e sono prive di fondamento”, sottolinea l’ufficio stampa della stessa Commissione antimafia, in una nota nella quale si sottolinea che “la partecipazione del senatore Giarrusso a questa missione, programmata da tempo, non è mai stata prevista”.
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“Fin dall’inizio – si legge nel comunicato – era stato stabilito che la delegazione fosse composta dai membri dell’ufficio di presidenza e dalla coordinatrice del Comitato sulla proiezione internazionale delle mafie. Quando il senatore Giarrusso ha millantato la sua partecipazione lo ha fatto in modo del tutto strumentale, per pubblicizzare le sue dichiarazioni sul presidente Muscat e il governo maltese. La presidente Bindi, che conosce l’alfabeto dei rapporti istituzionali e diplomatici, senza ricevere alcuna richiesta e men che meno pressioni di alcun genere da parte delle autorità maltesi, ha confermato la composizione della delegazione che, come stabilito, sarà formata dalla presidente, dall’onorevole Giulia Sarti, capogruppo del Movimento Cinquestelle e dall’on. Laura Garavini”.

La ricostruzione di Giarrusso

Ovviamente Giarrusso non è il tipo che riceve una smentita senza minacciare una querela in risposta. E infatti poco dopo eccolo a chiedere persino le dimissioni della Bindi: “Con la sua dichiarazione la presidente Bindi dice il falso ed è gravemente lesiva della mia immagine: per questo ho dato mandato ad un avvocato di valutare gli estremi per una querela. Bindi non può dire che millantavo, è una cosa di una gravità assoluta per la quale chiederò anche ai presidenti delle due Camere di intervenire: c’è un’offesa alla mia persona ma c’è anche quella politica, è in ballo la tutela del mio ufficio di senatore, della tutela dell’attività istituzionale di noi senatori” . “Il comportamento della presidente Bindi è inaccettabile e preclude alla prosecuzione del suo incarico” dice il senatore che finalmente ricostruisce la sua versione dei fatti.
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Eccola: la missione, ricorda Giarrusso, era prevista dal 13 settembre e, “come tutte le missioni estere, era previsto che partecipassero non tutti i 50 componenti della Commissione ma due a gruppo: io sarei dovuto andare con la collega Giulia Sarti che, infatti, mi ha più volte sollecitato, come posso dimostrare, a trasmettere la mia disponibilità all’ufficio di presidenza”. Poi il 17 ottobre c’è l’attentato alla giornalista Daphne Galizia Caruana, “io confermo la mia presenza, comunico che sarei partito direttamente da Catania, segnalo l’orario della mia partenza, e venerdì passo dalla Commissione per ritirare il fascicolo che viene normalmente consegnato un paio di giorni prima della partenza. Lì trovo facce scure: una funzionaria, presenti altri testimoni, mi dice che il fascicolo non è pronto, che la missione potrebbe saltare a causa delle mie dichiarazioni sulla giornalista. Poi mi dice, ‘la Bindi sta valutando se andare lei’. Io mi oppongo e a quel punto inizia la ‘corrida’ con la Presidente che cerca di estromettermi dalla missione. Si inventano – racconta ancora il senatore – il comitato ristretto, ma a settembre – sottolinea – la missione era ordinaria, e quindi va lei, Garavini e uno del M5s che non sono io”.

Il colpo di scena

Ma a questo punto arriva il colpo di scena.  I membri M5S della commissione antimafia Sarti, Gaetti, D’Uva, Dadone e Bulgarelli si dissociano da Giarrusso: “Quello che è successo a Malta, con l’uccisione della giornalista Daphne Caruana Galizia è da condannare fermamente. La commissione antimafia si recherà domani e martedì in missione a Malta e il MoVimento 5 Stelle farà parte della delegazione, come disposto dall’ufficio di presidenza. Delegazione che sarà composta dalla presidente Bindi, da Garavini, e dalla capogruppo del M5s in commissione antimafia Giulia Sarti”, esordiscono in una nota. Che poi arriva al vero punto: “Acquisiremo da Malta tutte le informazioni utili per quanto è di nostra competenza. Faremo tutto ciò che è nelle nostre funzioni per accertare la verità su questa terribile morte senza indietreggiare di un passo. In un momento di grande confusione come questo c’è bisogno di professionalità e del massimo impegno da parte di tutti, senza sfociare nella ricerca di protagonismi inutili“, concludono i pentastellati. Chi sarà quello alla ricerca di protagonismi inutili?

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