Politica
Anche Marco Travaglio contro la regola dei due mandati nel M5S
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2017-12-23
Il direttore del Fatto si schiera dalla parte di Fucci e immagina un cambio delle regole per il M5S
Marco Travaglio ieri aveva criticato gli argomenti scelti da Luigi Di Maio per fare campagna elettorale e suggerito al candidato premier M5S di preparare il terreno per un’alleanza con Liberi e Uguali di Grasso e Bersani invece di seguire la Lega. Oggi il direttore del Fatto Quotidiano se la prende con la regola dei due mandati, che priva il MoVimento 5 Stelle, secondo lui, di ottimi amministratori come Fabio Fucci a Pomezia. E propone di superare il regolamento in questo modo:
Ma forse in questo caso un pizzico di sano buonsenso e pragmatismo potrebbe indurre il “garante”Grillo a intervenire e ad aggiornare le regole alle nuove esigenze che sono sotto gli occhidi tutti.Basterebbero un paio di ritocchi alla “regola del due”, senzatrasformare gli eletti in professionisti della poltrona.
1)Specificare che questa vale solo se i mandati sono pieni (4+4 anni per il Parlamento, 5+5 anni per i consigli comunali e regionali), o superiori alla metà della loro durata naturale; altrimenti, è consentito il terzo.
2) Stabilire che il limite dei due mandati vale per le assemblee elettive (Parlamento, Consigli comunali e regionali), ma non per le cariche monocratiche (che poi sono solo due: quella di sindaco e quella di presidente di regione). Se un sindaco o un governatore –dopo le inevitabili inesperienze e difficoltà, che nel caso del M5S vanno moltiplicate per 100 –lavora bene, è assurdo che vada a casa dopo il primo mandato, buttando a mare l’esperienza accumulata. Con i tempi che corrono per le città e le regioni al disastro, per cambiare davvero qualcosa cinque anni non bastano: occorrono un programma e una squadra di respiro decennale, gestiti dalla stessa persona. Cambiare cavallo a metà percorso è un suicidio non tanto per 5Stelle, dei quali c’importa relativamente. Quanto piuttosto per le nostre città e le nostre regioni, di cui ci importa molto di più. La politica è un servizio, non un mezzo servizio.