Politica

«Il M5S ci tradisce, non cediamo agli americani»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-07-31

Il sindaco di Meledugno Marco Potì all’attacco del ministro e del M5S che lo ha tradito sul TAP

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Marco Potì è sindaco di Melendugno (Lecce), eletto con una lista civica di centrosinistra. In un’intervista rilasciata oggi a Repubblica dice di aver votato MoVimento 5 Stelle alle elezioni nonostante sia socialista perché avevano promesso il blocco del TAP e di essere adesso molto deluso per la piega che stanno prendendo le cose:

«Qui, in riva a questo mare, nel nostro punto più bello, vorrei incontrare il vicepremier Di Maio per chiedergli: perché? Perché ci state tradendo così?».

Potì è il sindaco di Melendugno, paese della Puglia dove dovrebbe finire il Tap, il gasdotto destinato a portare il gas del mar Caspio in Europa. Da anni sta combattendo una battaglia quasi solitaria – nonostante le lusinghe (anche economiche) che Tap ha offerto al suo territorio – contro l’approdo del gasdotto in questo punto di Puglia. Uno dei più suggestivi, appunto, messo a rischio dalla maxi-opera. Perché vorrebbe dire a Di Maio che si sente tradito?
«Sono socialista da generazioni. Sono stato eletto con una coalizione diciamo di centrosinistra. Eppure alle ultime elezioni ho votato Movimento 5 Stelle. Li ho votati, io come quasi il 70 per cento della mia gente, perché ho creduto ad Alessandro Di Battista, al ministro Barbara Lezzi che sono venuti qui a dire che in 15 giorni avrebbero annullato il progetto del Tap. E invece…».

tap governo lega-m5s

Southern Gas Corridor (La Stampa, 19 luglio 2018)

E invece il ministro degli Esteri, Enzo Moavero, è volato in Azerbaijan, a dire che il Tap si farà. Mentre la ministra Lezzi, dei 5Stelle, continua in verità a dire che è un’opera inutile.
«Ci sono almeno tre motivi per i quali l’opera non si dovrebbe fare. Il primo è che è inutile: quel gas non serve a niente, coprirebbe il 2 per cento del consumo europeo».

E gli altri due motivi?
«È pericoloso: hanno appena sequestrato pozzi con metalli pesanti che qualche mese fa, prima dell’inizio dei lavori, non c’erano. Infine è un’opera antieconomica: saremo noi contribuenti a pagare le infrastrutture che porteranno il gas da qui al Nord»

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