Il vaso dei paragoni storici che nulla hanno a che vedere con la situazione attuale, ormai, è stato rotto. Distrutto, spaccato in mille pezzi. Nel corso di questi due anni di pandemia (e in particolare dopo il primo di campagna di immunizzazione anti-Covid) abbiamo visto persone citare la persecuzione degli ebrei, l’Olocausto e Norimberga per protestare contro restrizioni e vaccini. Paragoni improvvidi fatti da persone che non hanno la minima idee di cosa sia realmente accaduto in quel periodo buio della storia del mondo. Cosa poteva mancare a questo elenco? La marcia su Roma. Ma ora Marco Liccione, leader dei no Green Pass torinesi (tra l’altro in isolamento dopo aver contratto il Covid, da non vaccinato), torna a rievocarla annunciando un’imminente discesa nella capitale.
Intervistato da AdnKronos, Liccione ha commentato la decisione del governo di imporre l’obbligo vaccinale (relativo) agli over 50 e la sanzione da 100 euro (una tantum) a chi fa parte di quella fascia d’età e non si vuole immunizzare (sono, attualmente, circa 2,1 milioni di cittadini). Ed è lì che arriva l’annuncio della prossima manifestazione:
“Il 15 gennaio marceremo su Roma, se sarò negativizzato. Andiamo sotto al Parlamento e lì sarà una bella botta”.
Una bella marcia su Roma. Ovviamente non dobbiamo ricordare chi, prima di Marco Liccione, la organizzò e la fece. Annunci figli di una dialettica sbagliata, con riferimenti storici involontari (?) che non fanno altro che acuire il problema tra la realtà e la percezione dello status quo. Il leader dei no pass torinesi, inoltre, risulta essere ancora positivo al Covid. Non è detto che, dunque, questa manifestazione ci sarà. Sta di fatto che resterà nella triste storia attuale questo eterno richiamo a epoche buie, dove c’erano reali persecuzioni e dove persone decidevano della vita e della morte degli altri. Per religione, orientamento sessuale o idee politiche differenti.
(foto: da Facebook)