«Mai un Gay Pride a Venezia»

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-08-26

Un grande classico rispolverato da Luigi Brugnaro: «Ho molti amici gay, ma…»

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Luigi Brugnaro, il sindaco di Venezia, rilascia oggi un’intervista a Repubblica in cui parla degli omosessuali, della sua decisione di censurare un libro per bambini e di immigrazione. E anche di musica, già che c’è:

Elton John l’ha definita “bigotto e bifolco” dopo la sua decisione di togliere dalla scuola i libretti per bambini che descrivono le nuove famiglie.
«È un arrogante che da tre anni non mette piede a Venezia. Se permette, ai nostri figli ci pensano i genitori. La famiglia con due donne e il bambinetto è innaturale».
Omofobo?
«Si figuri. Ho amici gay».
Allora il prossimo anno Gay pride a Venezia?
«Quella è una buffonata, il massimo del kitsch. Vadano a farla a Milano oppure sotto casa sua».
Grazie.
«Prego. Tutti sono bravi fintanto che le cose non li riguardano».
La sua ricetta sull’immigrazione?
«Qui non sono d’accordo con il governo. Non vedo come si possa andare avanti così. A Renzi, Juncker, alla Chiesa cattolica e al governatore Zaia, propongo di fare una grande convention pubblico-privata per decidere cosa fare. I confini vanno controllati. La Marina, l’Esercito, hanno giurato di difendere la frontiera sulla bandiera».
Se in una barca ci sono donne e bambini che rischiano di annegare cosa fa? Non li aiuta?
«La barca la tiro su, ma le ricordo che l’80 per cento dei migranti sono tunisini, nigeriani e maschi. I siriani sono veri profughi, non loro. E’ impensabile organizzare nuovi lager nelle città, con troppi maschi nullafacenti in giro, con le donne a rischio di essere violentate.Bisogna distinguere, trovare soluzioni umane ma soprattutto pensare a noi, all’Italia,convincere i nostri giovani in fuga, a credere ancora nelPaese».

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