Un’altra maggioranza (di centrodestra) è possibile

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-04-21

Il dinamico trio torna a interrogarsi sul futuro del governo con i grillini. E spuntano le opzioni alternative

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La Lega farà cadere il governo con il MoVimento 5 Stelle per andare a Palazzo Chigi con il centrodestra? Mentre Matteo Salvini si dà tempo una settimana per decidere, l’ipotesi rimbalza nei palazzi romani che fino a qualche tempo fa escludevano la possibilità dopo il filotto di vittorie alle elezioni regionali e la pressione dei governatori leghisti nei confronti del segretario. Spiega oggi Tommaso Labate sul Corriere della Sera che a un mesetto di distanza da quel «niet», la posizione del leader leghista comincia a scricchiolare.

Nel senso che sì, è vero, l’opzione numero uno rimane quella di resistere fino a ottobre per poi tentare la corsa solitaria alle elezioni anticipate. Ma è altrettanto vero che le posizioni di Salvini e Berlusconi, che a occhio nudo sembrano sideralmente distanti, nella realtà lo sono molto meno. Un esempio? Nelle agende della segreteria berlusconiana di Arcore, dove rimane traccia delle telefonate in entrata e in uscita anche quando l’ex premier è fuori sede, è spuntata nella giornata di ieri la parola «Salvini».

Impossibile sapere chi ha chiamato chi, quanto è durato il contatto o se è possibile che i due si siano visti o che si possano vedere nei prossimi giorni. Più facile intuire che l’occasione dello scambio di auguri di Pasqua possa aver segnato l ’ennesimo passaggio di un riavvicinamento. Quanto è possibile che dopo le Europee Salvini giochi la carta di far cadere il governo per tentare la strada di un accordo parlamentare con FI e Fratelli d’Italia?

Nella squadra dei leghisti di governo e sottogoverno, tra quelle stesse persone che fino a ieri l’altro negavano con fermezza la possibilità di un ribaltone si registra un cambio d’atteggiamento. Un componente del governo Conte la racconta così: «Fino alla settimana scorsa, il legame solidissimo tra Di Maio e Salvini era il collante per tenere insieme noi e i Cinquestelle. Ora quel rapporto è saltato. Da quando i M5S hanno lasciato trapelare l’insofferenza dello Stato maggiore contro il Viminale per la faccenda degli sbarchi, il rapporto tra i due ha cominciato a consumarsi come un fiammifero. E oggi, dopo il caso Siri, è come se non esistesse più…».

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