Il discorso di Macron alla Francia per l’emergenza Coronavirus

di Faber Fabbris

Pubblicato il 2020-03-13

Macron si è accorto dell’epidemia Coronavirus e annuncia pesanti misure: “La salute non ha prezzo. Il governo mobiliterà tutti i mezzi finanziari necessari per fornire assistenza, occuparsi dei malati, per salvare vite. Costi quel che costi”.

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Discorso alla Nazione del Presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron
12 marzo 2020

Uomini e donne di Francia, miei cari compatrioti. Da qualche settimana il nostro Paese affronta la propagazione di un virus, il Covid-19, che ha colpito diverse migliaia di nostri compatrioti. Il mio primo pensiero, commosso, caloroso, va beninteso stasera ai familiari delle vittime. Questa epidemia, che colpisce tutti i continenti, tutti i paesi d’Europa, è la più grave crisi sanitaria che la Francia abbia conosciuto da un secolo a questa parte.

Nell’immensa maggioranza dei casi, il Covid-19 è senza pericoli, ma in qualche caso il virus può avere conseguenze molto gravi, in particolare per i nostri compatrioti più anziani o chi è affetto da malattie croniche come il diabete, l’obesità o tumori; per molte settimane, abbiamo preparato ed agito. Il personale ospedaliero -i medici, gli infermieri, il personale paramedico gli agenti del servizio d’urgenza, i medici di famiglia, l’insieme del personale del servizio di sanità pubblico in Francia- sono impegnati in modo dedito ed efficace. Se siamo riusciti a ritardare la diffusione del virus e a limitare i casi gravi, è grazie a loro. Perché tutti hanno risposto “presente”, tutti hanno dedicato anche tempo della loro vita personale, familiare, per la nostra salute.

Per questo, a nome vostro, tengo stasera ad esprimere loro la riconoscenza della Nazione tutta intera: a questi eroi in camice bianco, a queste donne e a questi uomini ammirevoli, la cui unica bussola è la cura, l’unica preoccupazione l’umano, il nostro benessere, in una parola la nostra vita.

Voglio anche rendere omaggio, stasera, al sangue freddo del quale avete dato prova. Di fronte alla propagazione del virus avrete provato per voi stessi, per i vostri familiari, preoccupazione o addirittura angoscia: sono sentimenti legittimi. Tutti avete saputo affrontare questo momento, senza cedere né alla collera, né al panico. Meglio ancora: adottando i comportamenti giusti avete rallentato la diffusione del virus, e permesso così al nostro personale sanitario ed ai nostri ospedali di prepararsi adeguatamente. Anche in questo si vede un grande Paese: uomini e donne capaci di mettere l’interesse collettivo sopra ogni altra cosa; una comunità umana che è tenuta insieme da valori come la solidarietà, la fraternità.

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Tuttavia, miei cari compatrioti, devo dirvi questa sera con molta gravità, con molta lucidità -ma anche con la volontà collettiva di adottare l’organizzazione giusta- che siamo solo all’inizio di questa epidemia, che ovunque in Europa accelera e si intensifica. Di fronte a questo, la priorità assoluta per la Nazione sarà la nostra salute. Su questo non transigerò, in nulla.

C’è un principio che guida le nostre azioni, lo stesso che fin dall’inizio ci ha permesso di anticipare questa crisi, e per gestirla nelle ultime settimane. Questo stesso principio deve continuare a guidarci: è la fiducia nella scienza; ascoltare chi sa.
I più grandi specialisti europei si sono espressi stamane, su una pubblicazione importante. Ho riunito oggi a mezzogiorno, di concerto con il primo ministro e il ministro della salute, il comitato scientifico di controllo. Disponiamo in Francia dei migliori virologi, dei migliori epidemiologi, di specialisti di grande fama, e anche di grandi clinici. Uomini e donne che agiscono in prima linea, e che abbiamo ascoltato, come facciamo dal primo giorno. Tutti ci hanno detto che, nonostante gli sforzi per frenarlo, il virus continua a propagarsi, e sta accelerando. Lo sapevamo, lo temevamo.

Quello che rischia di accadere è che la malattia tocchi innanzitutto i più vulnerabili. Molti di loro avranno bisogno di cure adeguate in ospedale, spesso di assistenza respiratoria. Per questo prendiamo delle misure molto forti per aumentare in modo massiccio le nostre capacità di accoglienza ospedaliera, perché la questione è poter contuinuare a curare anche le altre malattie. Significa anche prepararsi ad una seconda ondata, che colpirà probabilmente più tardi, persone più giovani, ma che bisognerà curare.
In questo contesto, l’urgenza è proteggere i nostri compatrioti più vulnerabili; l’urgenza è frenare l’epidemia per proteggere i nostri ospedali, i nostri posti di pronto soccorso e di rianimazione, il nostro personale sanitario, che dovrà trattare -come vi ho spiegato- sempre più pazienti.
Sono queste le nostre priorità. Per questo bisogna continuare a guadagnare tempo e seguire i più fragili.
Proteggere innanzitutto i più vulnerabili è la priorità assoluta.

Per questo chiedo stasera alle persone ultrasettantenni, a chi soffre di malattie croniche, a chi soffre di malattie respiratorie, ai portatori di handicap, di restare per quanto possibile a domicilio. Potranno certo uscire per fare la spesa, fare una passeggiata, ma dovranno limitare i contatti al massimo.
In questo contensto, ho anche interrogato i nostri scienziati sulle elezioni municipali, il cui primo turno si svolgerà tra qualche giorno. Hanno considerato che nulla si oppone a che i francesi, anche i più vulnerabili, si rechino alle urne.
Ho chiesto anche al primo ministro di consultare tutte i gruppi politici, che hanno espresso la stessa volontà. Bisognerà però vigilare al rispetto stretto dei gesti che proteggono dal virus e delle raccomandazioni sanitarie.

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Ho fiducia nel vostro senso civico e nei servizi comunali, che hanno ben organizzato la consultazione. Da domani saranno diffuse disposizioni più precise per evitare che i più anziani debbano aspettare, che si formino code ai seggi, rispettando le distanze e praticando tutti i gesti che proteggono.
È importante, seguendo i consigli dei nostri scienziati, come abbiamo fatto, assicurare la continuità della nostra vita democratica.

La priorità delle priorità è dunque quella di proteggere i più deboli: quelli saranno toccati prioritariamente dall’epidemia.

La seconda è frenare l’epidemia. Perché? Il ministro della Sanità e il direttore generale della Sanità ve lo hanno spiegato già a più riprese: dobbiamo evitare l’accumulazione di pazienti nei nostri posti di pronto soccorso e di rianimazione. Bisogna continuare a guadagnare tempo. Per questo vi chiedo di continuare a fare dei sacrifici, e anche a farne di nuovi, ma per il nostro interesse collettivo.
A partire da lunedì prossimo, e fino a nuovo ordine, gli asili, le scuole materne, medie, i licei e le università saranno chiusi. La ragione è semplice: i nostri bambini, i nostri giovani -sempre secondo gli scienziati- propagano apparentemente il virus in modo più veloce, anche se per loro il decorso è spesso asintomatico e pare non soffrano -fortunatamente- di forme acute della malattia. Quindi questa decisione è presa tanto per proteggerli quanto per ridurre la diffusione del virus sul nostro territorio. Dei servizi di supporto saranno organizzati regione per regione perché il personale indispensabile per la gestione della crisi sanitaria possa affidare i propri figli in custodia e possa quindi continuare ad esercitare la propria funzione.
Il governo si occuperà di porla in opera nei prossimi giorni di concerto con le istituzioni locali ed i prefetti.
Quando sia possibile, chiedo alle imprese di permettere ai propri dipendenti di lavorare a distanza. I ministri competenti lo hanno già annunciato: abbiamo già sviluppato largamente il telelavoro; bisogna continuare in questa direzione ed intensificarlo al massimo.

I trasporti pubblici rimarranno attivi, perché fermarli significherebbe bloccare tutto, compresa la possibilità di curare. Ma anche in questo caso faccio appello al vostro senso di responsabilità, ed a limitare i vostri spostamenti allo stretto indispensabile. Il governo annuncerà misure per limitare al massimo gli assembramenti.
Allo stesso tempo, il nostro sistema sanitario deve prepararsi as accogliere un numero sempre maggiore di casi gravi di Covid-19, e continuare a curare gli altri malati. Dei posti devono liberarsi negli ospedali. Per questo saranno mobilitate tutte le capacità ospedaliere nazionali, oltre al personale medico e paramedico.
Mobiliteremo anche gli studenti ed i medici e paramedici pensionati più recenti. delle misure specifiche saranno adottate in questo senso. Molti hanno già cominciato. voglio ringraziarli. Ho visto qualche giorno fa al servizio urgenze di Parigi una mobilitazione magnifica, commovente, esemplare. Studenti a qualche mese dal concorso di abilitazione che rispondevano al telefono, o davano una mano. Medici da poco in pensione ritornati per dare man forte ai colleghi.
Generalizzeremo quest pratiche, prendendo le misure adeguate.
Parallelamente, le cure ospedaliere non essenziali saranno rimandate, come le operazioni non urgenti. Tutto ciò che ci permetterà di guadagnare tempo.

La salute non ha prezzo. Il governo mobiliterà tutti i mezzi finanziari necessari per fornire assistenza, occuparsi dei malati, per salvare vite. Costi quel che costi.

Molte delle decisioni che stiamo per prendere, molti dei cambiamenti che stiamo per fare, saranno permanenti, perché da questa crisi dobbiamo anche imparare.
Proprio perché il nostro personale curante è formidabile in quanto a mobilitazione e reattività, tireremo tute le lezioni da questa crisi, e ne usciremo con un sistema sanitario ancor più forte.

La mobilitazione generale coinvolge anche i nostri ricercatori. Diversi programmi europei di test clinici sono attualmente in corso per ottenere degli strumenti diagnostici rapidi, sicuri ed efficaci. Sosterremo a livello nazionale ed europeo questo progetto.

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I nostri professori, di concerto con alcune aziende, lavorano su diverse piste per mettere a punto un trattamento. Dei protocolli di cura sono studiati a Parigi, a Marsiglia a Lione e altrove. Speriamo di disporre nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, di trattamenti che potremo generalizzare.

L’Europa ha tutti gli strumenti per fornire al mondo l’antidoto al Covid-19.
Diverse équipes sono già al lavoro per mettere a punto un vaccino, che non sarà disponibile prima di alcuni mesi, ma che porta con sé grandi speranze.
La mobilitazione della nostra ricerca francese ed europea è completa, e continuerò ad intensificarla.

Questa prova esige anche una mobilitazione sociale verso i più poveri ed i più fragili. La sospesione invernale degli sfratti sarà prolungata di due mesi. Ho chiesto al governo di varare delle misure eccezionali per la tutela dei più deboli.

La prova che attraversiamo esige infine una mobilitazione generale sul piano economico. Ristoratori, commercianti, albergatori, professionisti del turismo, della cultura, dello spettacolo, dei trasporti stanno già soffrendo, lo so. Gli imprenditori si preoccupano per gli ordinativi, e molti di voi sono preoccupati per il proprio lavoro, per il livello di reddito. Sono consapevole di queste preoccupazioni che sono legittime, e con le misure che ho annunciato rischiano di aumentare.

Non aggiungeremo alla crisi sanitaria la paura del fallimento per gli imprenditori e l’angoscia della disoccupazione, la difficoltà di arrivare a fine mese per i lavoratori.
Metteremo in campo tutto quanto sarà necessario per proteggere il lavoro dipendente e per proteggere le imprese. Anche in questo caso, costi quel che costi.

Nei prossimi giorni entrerà in vigore un meccanismo eccezionale e massiccio di cassa integrazione. Alcuni annunci sono stati già fatti dai ministri; andremo molto più in là. Lo stato si farà carico delle indennità dei lavoratori costretti a restare a casa.
Voglio che ci ispiriamo a quanto fatto dalla Germania, con un sistema più generoso e più semplice del nostro. Vogliamo preservare i posti di lavoro e mantenere le competenze dei lavoratori nell’ambito delle imprese: fare in modo cioè che sia salvaguardato il loro posto di lavoro, anche se devono restare a casa, e che siano pagati dallo Stato. Vogliamo proteggere anche i lavoratori indipendenti, e prenderemo ogni misura necessaria sul piano economico.

Tutte le imprese che lo desiderano potranno rinviare senza giustificarlo, senza formalità, senza penalità, il pagamento dei contributi e delle imposte del mese di marzo. Provvederemo in seguito ad un riscadenzamento. Abbiamo bisogno di misure semplici ed immediate. Difendermo le imprese grandi e piccole; difenderemo la totalità dei lavoratori e delle lavoratrici.

Ho chiesto parallelamente al governo di preparare immediatamente un piano di rilancio nazionale ed europeo coerente con le nostre priorità e gli impegni futuri.

Dobbiamo dare una risposta a livello europeo. La BCE ha annunciato oggi le sue prime decisioni. Saranno sufficienti? Credo di no. Sarà necessario prenderne di nuove. Voglio essere molto chiaro con voi stasera: noi europei non lasceremo propagare una crisi economica e finanziaria. Reagiremo con forza, e reagiremo velocemente. I governi europei devono prendere decisioni di sostegno all’attività economica e poi di rilancio dell’economia, costi quel che costi.

La Francia lo farà, e sarà la linea che porterò in Europa, a vostro nome. È quello che ho già fatto, in occasione del consiglio eccezionale riunito ieri.
Non so come reagiranno i mercati nei prossimi giorni, ma sarò anche in questo caso chiaro: l’Europa reagirà in modo massiccio per proteggere la sua economia.
Voglio anche che sorga una organizzazione a livello internazionale, nell’ambito delle potenze del G7 e del G20. Domani chiamerò il presidente Trump, presidente di turno del G7, per proporgli un’iniziativa eccezionale di tutti i membri.

Non è certo la divisione che ci permetterà di affrontare questa crisi mondiale, ma la nostra capacità di analizzare in maniera adeguata, rapida e ad agire insieme.

Miei cari compatrioti, tutte queste misure sono necessarie per la sicurezza di noi tutti. Vi chiedo di creare un fronte compatto per realizzarle. Non si viene fuori da una crisi di questo genere senza essere uniti. Non si viene fuori da una crisi del genere senza una grande disciplina individuale e collettiva, senza unità.
Sento oggi nel nostro paese che alcuni considerano che queste misure non sono adeguate, che non sono abbastanza stringenti, che bisognerebbe fermare tutto; ed altri -all’opposto- che considerano che questo rischio non li riguardi. Ho cercato di darvi, stasera, la linea che tutto il paese deve prendere. Dobbiamo oggi evitare due scogli, mie cari compatrioti. Da una parte, il ripiego nazionalista. Questo virus non ha passaporto. Bisogna unire le nostre forze, coordinare le risposte, cooperare. La Francia è pienamente impegnata, la cooperazione europea è essenziale. Me ne occuperò. Dovremo certamente prendere alcune misure, per ridurre gli scambi fra le zone colpite e quelle che non lo sono, ma che non coincidono necessariamente con le frontiere nazionali. Non bisogna cedere in questo ad alcuna soluzione facile, non cedere al panico. Ci saranno delle misure di controllo, delle chiusure di frontiere, ma bisognerà prenderle quando saranno adeguate e farlo alla scala europera, perché è a livello europeo che si sono costruite le nostre libertà e le nostre protezioni.
L’altro scoglio è il ripiego individualista. Prove come questa non possono essere superate da soli. È invece con la solidarietà, pensando come ‘noi’, invece che come ‘io’ che riusciremo a vincere questa sfida.

Conto quindi su di voi per le settimane che ci stanno innanzi. Conto su di voi perché il governo non può, da solo, farcela. Siamo una Nazione, ognuno ha la sua parte da fare. Conto su di voi perché rispettiate le ordinanze che saranno emanate e per praticare i gesti “barriera” che fermano questo virus. Non sono ancora abbastanza applicate. Lavatevi le mani a lungo con il sapone o una soluzione alcolica; salutatevi senza stringervi la mano; tenetevi a un metro di distanza dagli altri. Sembrano gesti banali. Salvano delle vite.

Per questo, miei carti compatrioti, vi invito solennemente ad applicarle. Ciascuno di noi ha in mano una parte della protezione degli altri, a partire da chi gli sta vicino. Conto su di voi anche per prendere cura dei nostri compatrioti più vulnerabili. Non andare a visitare le persone anziane. Lo so, è penoso. Ma è necessario, temporaneamente. Scrivete, telefonate, proteggeteli evitando le visite. Conto su di voi per aiutare il vostro vicino che lavora nella sanità, per aiutarlo a organizzare la custodia dei figli e permettergli di andare al lavoro, per aiutare i lavoratori che possono lavorare da casa a farlo.
Conto su tutti noi per inventare nuove forme di solidarietà.
Chiedo al governo di lavorare con le parti sociali, con le associazioni in questa direzione. Questa crisi deve essere l’occasione per una mobilitazione nazionale di solidarietà fra le generazioni. Ci sono già iniziative concrete, possiamo fare ancora di più, tutti insieme.

Conto evidentemente anche sul nostro personale curante. So tutto quello che hanno già fatto e quello che resta da fare. Il governo ed io stesso siamo presenti e mobilitati. Ad essi dico: prenderemo tutte le nostre responsabilità per aiutarvi.
Penso al personale ospedaliero, che dovrà trattare i casi più gravi, ai servizi d’urgenza. Penso anche ai medici, agli infermieri che non lavorano in ospedale, che si sono mobilitati e che solleciteremo sempre più nelle prossime settimane.
So di poter contare su di voi. Nelle prossime ore il ministro della Sanità preciserà le regole perché possiate svolgere il vostro compito con la protezione adeguata contro il virus. Questo in ragione del rispetto che vi dobbiamo, e per il debito che il paese ha con voi. Le regole saranno chiare per tutti, proporzionate e ben spiegate.

Conto su voi tutti per essere, tutti insieme, Nazione. Per risvegliare ciò che di meglio c’è in noi, per rivelare questa anima generosa che nel passato ha permesso alla Francia di affrontare le prove più dure.

Miei cari compatrioti, domani dovremo imparare la lezione del passaggio che attraversiamo. Interrogare il modello di sviluppo nel quale il mondo si è indirizzato da decenni e che mostra in tutta evidenza le sue crepe. Interrogare le debolezze delle nostre democrazie. Quello che questa pandemia rivela già oggi è che la salute gratuita, senza condizioni di reddito, di provenienza, di professione, il nostro stato sociale, non sono dei costi o degli oneri, ma beni preziosi, risorse indispensabili quando il destino ci colpisce. Ciò che questa pandemia rivela è che ci sono dei beni e dei servizi che devono essere messi al di fuori dalle leggi del mercato.
Delegare ad altri la nostra alimentazione, la nostra sicurezza, la nostra capacità di cura, la nostra qualità della vita -in umtima analisi- è una follia.
Dobbiamo riprenderne il controllo. Costruire più di quanto non facciamo un’Europa sovrana; una Francia e un’Europa che tengano fortemente il loro destino in mano.

Le prossime settimane ed i prossimi mesi richiederanno delle decisioni di rottura in questo senso. Le prenderò.

Adesso è il momento della protezione dei nostri concittadini, il momento della coesione della nazione. È il tempo dell’Union Sacrée, che consiste nel seguire tutti lo stesso percorso, a non cedere ad alcuna paura, ad alcun momento di panico, ad alcuna semplificazione. E ritrovare quella forza d’animo che ha permesso al nostro popolo di superare le crisi che hanno segnato la sua storia.

La Francia unita è la nostra più grande risorsa in questi momenti difficili.
Ce la faremo, tutti insieme.
Viva la Repubblica! Viva la Francia!

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