M5S: il patto anti-Di Battista con l’ok di Grillo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-25

Dietro l’annuncio del rinvio delle elezioni del capo politico del MoVimento 5 Stelle c’è un bastone tra le ruote messo dallo stato maggiore grillino ad Alessandro Di Battista

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Dietro l’annuncio del rinvio delle elezioni del capo politico del MoVimento 5 Stelle c’è un bastone tra le ruote messo dallo stato maggiore grillino ad Alessandro Di Battista. Questo raccontano oggi alcuni retroscena sui giornali, tra cui quello di Simone Canettieri sul Messaggero:

Tutti i protagonisti e i loro colonnelli hanno interessi diversi a mantenere lo status quo, ma tutti concordano su questa azione. E’ il modo per frenare la riscossa di Alessandro Di Battista che è tornato a farsi notare con raccolte firme tra i parlamentari ed è pronto a rompere il fronte con la battaglia sul Mes. Dietro di lui c’è Davide Casaleggio: il proprietario di Rousseau in questa fase di pandemia – al di là della pur importante partita sulle nomine – ha visto sfuggirsi da sotto le mani la regia del M5S. Troppi fronti aperti, troppe anime in guerra tra loro, tutto troppo difficile da controllare.

Ecco perché punta su Dibba: lo considera l’unico in grado di dare una scossa e soprattutto sa che con la votazione on line sulla piattaforma rimane il più popolare tra gli iscritti. Quindi una macchina acchiappalike. Ma il nuovo patto di ferro tra Di Maio e Taverna, l’anima ortodossa e quella più di centrosinistra riesce a bloccare per il momento l’avanzata dell’ex parlamentare romano. Un fatto che ha come conseguenza il rafforzamento dell’esecutivo, ecco perché Beppe Grillo avalla il rinvio degli Stati generali alla fine del prossimo anno, molto probabilmente prima di Natale. In cambio il Garante chiede un’unica cosa: l’appoggio incondizionato alla battaglia di Conte in Europa anche se alla fine dovesse sfociare nel Mes.

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Ma anche Ilario Lombardo sulla Stampa racconta che il progetto è più o meno questo:

Non è stata l’unica telefonata di Grillo. A ridosso dell’appuntamento europeo ha chiamato anche Crimi per capire cosa sta succedendo dentro il Movimento e per evitare fughe in avanti destabilizzanti per il governo. Anche perché il M5S nella veste più istituzionale di questa fase gode di un rimbalzo, secondo alcuni sondaggi che hanno a disposizione, dell’1,8%, mentre Matteo Salvini continua a calare. Il reggente indica a Grillo due grandi problemi. Il primo: Alessandro Di Battista che insegue i riflettori e raccoglie firme contro l’Ue nella fase più delicata dei negoziati.
Il secondo: Davide Casaleggio jr, sempre più isolato dal Movimento, e snobbato dalle aziende che credevano avesse una presa maggiore sui grillini nel governo, proprio mentre si parla di app e tracciamenti digitali. La piattaforma Rousseau langue, l’emergenza da coronavirus detta altri tempi.

Per questo ai vertici del M5S e al governo hanno spalancato gli occhi quando Casaleggio ha chiesto di far esprimere gli attivisti sul Mes. Sarebbe stato il teatro perfetto per gli psicodrammi grillini e per dar fiato agli scontenti. Non solo. Per ridare centralità al suo sistema, Casaleggio è arrivato a proporre anche di scegliere, in pieno disastro Covid-19, il capo politico. I 5 Stelle sono rimasti attoniti, ma ancora una volta è dovuto intervenire Grillo. Gli Stati Generali, il congresso grillino che sceglierà il futuro leader, sono stati rinviati a fine anno. Fino ad allora Crimi manterrà pieni poteri. E cercherà di farli valere spegnendo i roghi di chi gli nega legittimità, come l’europarlamentare Ignazio Corrao che lo ha definito un abusivo e che spinge per Di Battista leader. L’ex deputato movimentista prima ha ricevuto una strigliata da Grillo, poi ha avuto un colloquio con Crimi. Ha assicurato di non voler né «mettere in difficoltà Conte e il governo» né «ambire a fare il capo politico», e che avrebbe placato Corrao.

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