Perché la minaccia M5S di non votare il bilancio europeo non è credibile

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-08-26

Di Maio minaccia Bruxelles: non gli daremo più i soldi. Ma il voto ci sarà tra qualche mese. E ci sono altre questioni sul piatto che il vicepremier probabilmente non conosce

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Dopo aver finalmente capito che se l’Italia non versa i contributi europei finisce nei guai, Luigi Di Maio ha minacciato un nuovo ricatto politico a Bruxelles per la questione dei naufraghi della Diciotti che ha visto il governo sconfitto e più in generale per la ridistribuzione dei richiedenti asilo in UE. Stavolta la minaccia è quella di non dare l’ok al nuovo bilancio europeo. La minaccia, a differenza di altre, è fattibile perché per il voto è prevista l’unanimità, quindi anche un solo paese potrebbe bloccare tutto.

Il M5S e il bilancio europeo

“L’Unione europea mi ha molto deluso. Quello che hanno fatto in questi giorni è stato veramente ignobile. Trarremo le conseguenze: metteremo il veto sul bilancio del prossimo Consiglio europeo. Non gli daremo più i soldi. Se ne sono fregati. Siamo al lavoro sul veto ma ora ci guardiamo tutti i provvedimenti europei di questi mesi e tutto quello che non ci conviene lo blocchiamo. E il Ceta il prima possibile deve arrivare in aula perché dobbiamo bocciarne la ratifica”, ha detto oggi Di Maio durante una diretta Facebook che rimarrà nella storia soprattutto per la supercazzola su Salvini e Alfano. Ma minacciare di non votare il bilancio europeo è davvero l’arma nucleare che spargerà terrore a Bruxelles?

In primo luogo bisogna ricordare che anche il segretario del Partito Democratico Matteo Renzi ha minacciato di non votare il bilancio europeo per la questione dei migranti nel luglio 2017, senza risultati apprezzabili dal punto di vista politico.

Quando si vota il bilancio 2021-2027?

In secondo luogo è giusto ricordare che stiamo parlando del bilancio 2021-2027, il primo senza la Gran Bretagna. E non si tratta di una passeggiata (politica) di salute: l’ultima volta ci vollero ben 29 mesi prima di partorire, nel 2013, il quadro finanziario pluriennale che scadrà nel 2020 e, per la prima volta nella storia comunitaria, ne decretò il taglio in termini reali: 1000 miliardi in 7 anni, poco meno dell’1% del Pil UE. L’uscita di Londra porterà a un ammanco di 10 miliardi di euro l’anno: la proposta della commissione prevede un bilancio europeo da 1.135 miliardi di euro, con meno fondi per PAC e Coesione, il raddoppio di programmi europei considerati strategici come Erasmus + e Horizon, e nuove risorse proprie per riempire il buco lasciato dalla Gran Bretagna. La proposta dell’Esecutivo prevede 1.135 miliardi di euro in impegni e 1.105 miliardi di euro in pagamenti (espressi in prezzi del 2018), il che significa che la proposta tende a mantenere più o meno la stressa capacità economica del bilancio 2014-2020.

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La proposta della commissione europea per il bilancio 2021-2027 (Prometeia)

In tutto ciò, l’Italia rischia grosso, fino a una perdita di 50 miliardi in sette anni a causa della riduzione dei fondi di coesione e di quelli agricoli. Ma soprattutto, la Commissione puntava a maggio a chiudere il bilancio prima delle elezioni europee del 2019, ovvero tra sette mesi. Come si vede, saranno molti i problemi politici che il governo Lega-M5S dovrà affrontare in sede di bilancio europeo, soprattutto perché c’è la riduzione di fondi da cui attingiamo copiosamente. Porre la questione dei migranti come veto preventivo potrebbe portarci semplicemente a non poter negoziare il resto. Perdendoci comunque.

Leggi sull’argomento: Cosa rischia Salvini per l’indagine sulla Diciotti

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