Economia
L’uso del contante in Italia e in Europa
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2019-09-26
In Italia l’85,9% delle transazioni è stato regolato cash, per un valore pari al 68,4% del totale». La media dei Paesi euro è del 78,8% delle transazioni: la nazione dove si usa di più il contante è Malta (92%), l’Olanda la più “elettronica” (45%). Peggio di noi, oltre a Malta, solo Spagna (87%), Grecia e Cipro (88%). Germania a quota 80%, Francia al 68%.
In Italia si paga in contanti l’86% degli acquisti. In Europa la quota di pagamenti cash si ferma al 78,8%. Questi sono i numeri che deve affrontare chi oggi propone la guerra al contante e le detrazioni per chi paga con il bancomat e con la carta di credito. Mentre il resto del mondo ha già ampiamente raggiunto la frontiera dei pagamenti con app e telefonini, con addirittura l’Africa subshariana saltata direttamente dal baratto al mobile payment, qui da noi ancora si discute di cash e carte di credito. Nel Paese degli oltre cento miliardi di evasione, almeno dal 2002 si prova a mettere mano alla questione, con una schizofrenica altalena di innalzamenti e abbassamenti delle soglie all’uso del contante. Spiega oggi Repubblica che dal 2002 al 2016 la soglia “generale” al contante è stata modificata per otto volte (l’ultima, l’innalzamento da 1000 a 3000 euro targato Renzi) e potevano essere nove in caso di governo gialloverde ancora in piedi («Fosse per me – la dichiarazione dell’allora ministro degli Interni Salvini – non ci sarebbe alcun limite ai contanti. Ognuno sia libero di spendere come e quanto vuole»).
Un ciclico allentamento delle soglie, in barba agli altrettanto periodici allarmi di Bankitalia: «Il contante – si leggeva, ad esempio, in un rapporto dell’Unità di informazione finanziaria di Palazzo Koch – offre opportunità per la corruzione e l’evasione fiscale». Concetto rafforzato un anno fa dall’indagine, sempre di Bankitalia, su 6810 Comuni, che dimostra come ogni 2 milioni in più di versamenti cash, i reati della criminalità organizzata crescano dell’1%.
Senza contare l’attuale giungla di limiti diversi per professionisti, famiglie e imprese: sono 17, dai 15 mila euro per gli acquisti degli stranieri ai 1000 per le rimesse dei money transfer, con in mezzo le regole sui pagamenti di pensioni, stipendi, affitti, tracciabilità delle detrazioni fiscali. Un mare magnum dove sguazza, appunto, l’evasione fiscale. Proprio ieri l’Osservatorio Assofin-Nomisma-Ipsos-Crif, ha certificato che nel 2018 in Italia il numero di transazioni con moneta elettronica è cresciuto del 6,8%: «Ma l’Italia è ben al di sotto della media Ue e nel rapporto tra il valore delle transazioni e il Pil, si posiziona al 24° posto su 28 Paesi».