Luigi Di Maio e la caccia al candidato VIP per il M5S

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-01-09

Il candidato premier M5S apre la stagione delle pluricandidature e cerca chi potrebbe aumentare il consenso dei grillini per candidarlo nei collegi e nella lista. Ma questo fa arrabbiare gli attivisti che lavorano da tanti anni nel partito

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“Un terzo del futuro Parlamento si deciderà nei collegi uninominali. La legge elettorale ci impone di individuare persone che, in linea con i nostri principi e i nostri valori, siano in grado di mobilitare nuove energie e nuove adesioni. Secondo il nostro Statuto non è escluso che si possa candidare nei collegi uninominali chi è già candidato nei collegi plurinominali, ma è chiaro che ogni nuovo profilo che si candida nell’uninominale serve a far crescere il consenso nel collegio plurinominale“: con un messaggio mandato ieri ai parlamentari, agli europarlamentari, ai consiglieri regionali e ai sindaci 5 Stelle e intercettato ieri dall’ADN Kronos Luigi Di Maio ha ufficializzato la sua caccia al candidato VIP per le elezioni politiche 2018, disegnando così un altro pezzo della strategia grillina per i seggi. Una precisazione che però non può piacere agli attivisti che in questi anni hanno lavorato per il M5S.

Luigi Di Maio e la caccia al candidato VIP per il M5S

Perché Di Maio ha fatto sapere chiaro e tondo che intende candidare i VIP che si saranno avvicinati al M5S dopo la chiamata alle armi del 30 dicembre scorso sia nei collegi uninominali che nei collegi plurinominali, ovvero sia nello scontro per il seggio maggioritario che per la lista proporzionale: una decisione che farà inevitabilmente diminuire i posti per i candidati attivisti in lizza.

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La scheda del Rosatellum Bis e le due possibilità di voto

E che metterà in difficoltà quindi chi è iscritto da anni e aspettava da tempo la sua chance. Parole, le sue, che generano amarezza in chi ricorda il Movimento degli albori e guarda con sospetto il cambio di passo legittimato dalle nuove regole grilline. Un tempo, ricordano i cosiddetti ‘ortodossi’, “etichettavamo i nomi noti usati da altri partiti – vedi Grasso per il Pd – come ‘foglie di fico’, deridendole in Parlamento e sul blog. Ora con Di Maio ne andiamo letteralmente a caccia”.

I prossimi candidati M5S nei collegi

Le parole del candidato premier, nonostante la condivisione e l’invito all’unità, non convincono tutti. Eppure Di Maio scrive e invita a “un lavoro di squadra in cui tutti i candidati dei diversi collegi spingeranno il MoVimento 5 Stelle verso la conquista della maggioranza assoluta, anche perché l’elettore è chiamato ad esprimere un solo voto”. “Siamo chiamati ad interpretare questa legge elettorale con un po’ di strategia – riconosce il candidato premier – ed è per questo che ho fatto un appello pubblico a tutti coloro che vogliono partecipare a questa grande occasione di cambiamento”. Più strategia, dunque, per arrivare all’obiettivo della maggioranza assoluta. Di qui l’invito a girare i contatti. “So che molti di voi – spiega infatti Di Maio – stanno ricevendo proposte di candidature per i collegi uninominali. Fateci pervenire i curriculum e i profili di quelli effettivamente intenzionati a candidarsi ricordandovi di specificare il collegio uninominale di residenza”.
sondaggi seggi uninominali
Oggi il MoVimento 5 Stelle può contare su collegi in cui è favorito e collegi in cui la maggioranza pare compatta: la Sardegna, ad esempio, dove farebbe l’en plein, il Lazio, dove ne prenderebbe sette, e la Sicilia insieme alla Campania, dove arriverebbe a sei. Al nord però è in difficoltà visto che ad oggi sono previsti solo collegi in Piemonte e in Liguria. In una situazione del genere, con le regioni rosse dove il centrodestra insidia il centrosinistra, il rischio è che il M5S finisca a bocca asciutta. Ecco perché servono le personalità.

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