Lugano, un mondo alla rovescia

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2019-09-25

Dai tempi di Newton e di Copernico si ha l’idea che il corpo di massa più piccola debba necessariamente ruotare intorno al corpo di massa più grande. E’la Terra che ruota intorno al Sole (e non viceversa) ed è la Luna che ruota intorno alla Terra. Nel caso del Canton Ticino e la Lombardia avviene …

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Dai tempi di Newton e di Copernico si ha l’idea che il corpo di massa più piccola debba necessariamente ruotare intorno al corpo di massa più grande. E’la Terra che ruota intorno al Sole (e non viceversa) ed è la Luna che ruota intorno alla Terra. Nel caso del Canton Ticino e la Lombardia avviene invece il contrario. Ogni giorno migliaia di frontalieri lasciano la Lombardia per andare a lavorare a Lugano, tantissimi imprenditori lasciano l’Italia (mercato di 60 milioni di consumatori) per investire nel Cantone Ticino (che a stento raggiunge i 100 mila abitanti, ha paghe orarie triple che in Italia e I lavoratori sono tutuelati molto meglio che in Italia), tantissimi studenti preferiscono l’Università del Canton Ticino a quelle italiane e lombarde in particolare. Qui sembra che si vada contro il buon senso e le leggi della Fisica. Perché questa attrazione? Come spiegare questa evidente contraddizione?

Io credo che ci siano molteplici fattori. Quello più importante lo si nota subito appena uno attraversa il confine: la differenza che balza subito agli occhi è che qui tutto è pulito ed ordinato. Si capisce che le Leggi ci sono e vengono rispettate. Ma non è solo questo, si capisce anche che le leggi sono sensate, o quanto meno sono percepite come tali. In Italia il problema è che uno ha invece la sensazione contrarie: le Leggi siano fatte per non essere rispettate, esattamente come le grida manzoniane. Troppe leggi, troppe severe, troopo complicate da rispettare. Nessuno è in regola, tutti sono fuori legge perché nessuno può rispettarle. Una situazione come quella Italiana dà un margine eccessivo all’arbitrarietà del potere giudiziario. Come diceva Borrelli (o ameno, come corre voce abbia affermato Borrelli) , nessuno è innocente, ci sono solo persone su cui non si è indagato abbastanza. E’ chiaro che, in questa situazione non solo la corruzione dilaghi (le leggi barocche scoraggiano solo i cittadini per bene, non di certo i delinquenti che, invece, trovano insperati spazi di manovra nell’interpretazione di leggi incomprensibili) ma anche che il cittadino, in questa situazione, deve solo sperare nel buon senso del giudice. Nessuno è incentivato a rispettare le leggi. Politiche di tintinnio di manette hanno come unico effetto un aumento del garantismo indiscriminato. Tutti possono finire nelle grinfie della giustizia, perché nessuno può rispettarla. Anzi, preso atto che nessuno può rispettare fino in fondo la Legge, se i giudici lo hanno beccato, per l’opinione pubblica deve averla combinata proprio grossa. Quindi in Italia abbiamo rovesciato il paradigma Kafkiano. Per Kafka , la condanna era una azione combinata fra processo e pena ingiusta. In Italia, invece, siamo andati oltre… la condanna viene prima del Processo e, coerentemente, la Pena non è la condanna alla fine del Processo, ma il Processo stesso per l’imputato considerato, a priori, un pregiudicato da sbattere in prima pagina al ludibrio del pubblico. E’ un po’ l’effetto catartico dei roghi delle streghe medioevali. Una giovane fanciulla che bruciava era uno spettacolo che faceva accorrere folle anche dai villaggi vicini: tutti contenti di non essere stati loro l’oggetto dell’attenzione degli inquisitori e tutti solidali con gli inquisitori e non con le vittime straziate. E’ proprio una società che si basa sull’arbitrarietà del potere a generare uno dei vizi più evidente dell’Italica gente: ossia l’innata tendenza a portare soccorso al vincitore mentre calpesta il vinto.

La stessa regola vale per le tasse. Siccome le paga solo chi non può evitarle, sono altissime e concentrate sui lavori ad alto valore aggiunto per il paese. Ingegneri, informatici, medici e scienziati sono tartassati. Spinti a scappare da un Paese che non riconosce loro alcun merito. In Svizzera invece accolgono a braccia aperte chi può portare ricchezza e respingono chi ragionevolmente non potrà dare alcun contributo per il bene del Paese. Facendo così la Svizzera ha reso sempre più ricco il paese e ha sconfitto la povertà. In Italia siamo invece sempre più poveri, la miseria si sta diffondendo e quelli che hanno maggiore vantaggio da questa situazione di immiserimento della società solo le strutture che ricevono aiuti di stato per dare mera assistenza ai poveri. Nessun intervento strutturale, solo elemosina fine a sé stessa. Altro aspetto che uno nota in Svizzera è che nè il darsi da fare nè la ricchezza sono demonizzate. In Italia, il pauperismo intrinseco nell’ideologia comunista e nella teologia vaticana, vedono chi produce ricchezza come un nemico da combattere, come un peccatore da bruciare sul rogo. La ricchezza parassita invece è vista molto bene. I parlamentari e gli ex parlamentari hanno stipendi/pensioni altissime, la Chiesa Cattolica ha beni mobili ed immobili ingentissimi non sempre soggetti a tasse. Quando uno prova a far notare questa contraddizione di fondo, la risposta è sconcertante. Loro la ricchezza la usano a fin di bene… Ossia si pongono come giudici etici supremi per giustificare una politica che arricchisce solo loro e porta alla povertà I disgraziati che, per nascita, non fanno parte dell’élite. Se uno a che fare con l’Università in Svizzera, si rende conto che c’è molta più attenzione che in Italia verso gli studenti. Non solo attenzione didattica ma soprattutto lavorativa. Il primo impiego degli studenti è sentito come qualcosa che riguarda l’Università, che misura l’efficacia e l’utilità dell’Università. In Italia, una simile attitudine sarebbe considerata una svendita del sapere universitario alla logica aziendalista… Inoltre, scandalo degli scandali, in Svizzera non si combattono i baroni universitari introducendo metriche di produttività basate su citazioni (alcune volte fasulle) o su astrusi indici come l’h number. E nonostante ciò, l’Università Svizzera ha un ottimo sistema universitario… chissà come mai…Concludendo, fino a che la situazione rimarrà così come l’ho appena descritta, assisteremo inevitabilmente al paradosso della Lombardia (e della grande Milano) che ruota intorno alla piccola (anche se bella) Lugano. E purtroppo non si avverte alcun segnale di inversione di tendenza. Nessuno sgravio di tasse, nessuna semplificazione di leggi (anzi si ode sempre più un tintinnio di manette), nessuna rivoluzione copernicana sull’Università che continua a trascurare i veri bisogni degli studenti, la mentalità pauperista, che sta affliggendo ed impoverendo il Paese, continua ad essere quella dominante.. Per un giovane laureato italiano, l’unica via di fuga a una vita di miseria e stenti, sta diventando sempre di più l’ emigrazione in un Paese civile (come lo è la Svizzera) che riconosca adeguatamente (anche da un punto di vsita economico) le sue competenze.

 

foto copertina via instagram

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