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Lo strepitoso successo del M5S secondo Alfonso Bonafede
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2017-06-14
Ieri Sandro Gozi e il deputato M5S hanno discusso amabilmente dei risultati delle Amministrative 2017 riuscendo nel miracolo di non utilizzare i dati reali. Il tutto con la complicità di Lilli Gruber che non ha avuto nulla da ridire sul modo di affrontare il tema da parte degli ospiti
Ieri ospiti di Lilli Gruber a Otto e Mezzo c’erano il deputato del M5S Alfonso Bonafede e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Sandro Gozi (PD). Argomento della serata erano le performance del MoVimento 5 Stelle e del Partito Democratico alle Amministrative di domenica. Per Bonafede ovviamente il M5S non ha assolutamente perso, anzi: ha addirittura guadagnato consensi.
La strana contabilità dei voti del M5S
Per dimostrarlo Bonafede mostra un grafico che mette a confronto i risultati del MoVimento con quelli del PD in rapporto a quelli delle Amministrative del 2012. Il grafico è preso dal blog di Claudio Messora. Si tratta di un grafico molto interessante che merita di essere guardato bene. Secondo la versione di Messora – e di Bonafede – i risultati non sono al di sotto delle aspettative. In primo luogo perché non si possono paragonare le comunali di domenica con le elezioni politiche del 2013. In secondo luogo perché rispetto alle comunali del 2012 il M5S ha guadagnato consensi.
La crescita del M5S, seppur lenta, c’è ed è inesorabile. Nessuno dice – spiega Bonafede – che nei comuni dove i giornali scrivono che il M5S ha fallito in realtà il MoVimento ha guadagnato voti rispetto alle Amministrative del 2012.
La cosa interessante è quel grafico mostra che a Trapani il M5S è cresciuto del 16,75%. Un risultato incredibile. Peccato che nel 2012 il M5S non si fosse presentato alle amministrative a Trapani. Bonafede, che è di Mazara del Vallo, dovrebbe saperlo bene. Ma il problema è matematico, secondo questa logica il M5S ha guadagnato anche rispetto alle amministrative di cinque anni prima. Il risultato è ancora più clamoroso se confrontiamo la performance sulla base di tutte le elezioni che si sono tenute dal 1948 in poi.
Lo stesso vale per Oristano e Rieti. Anche lì non ha senso fare il confronto perché nel 2012 il M5S non aveva presentato una lista. Logica vuole che si può parlare di crescita dei consensi solo quando quei consensi sono stati precedentemente raccolti. Se un partito non si presenta allora non si può parlare di crescita alla tornata elettorale successiva. Curiosamente né la Gruber né Gozi hanno fatto notare questo piccolo miracolo contabile.
C’è inoltre un altro interessante dettaglio. Per dimostrare che a Palermo il M5S ha guadagnato consensi Messora prende in considerazione due dati diversi. Per il 2012 scrive che il M5S ha conquistato il 4,24% (vero) ma nel caso delle Amministrative di domenica scrive che il MoVimento ha preso il 16,27%. In realtà quello è il dato dei voti assegnati a Forello perché la lista del M5S si è fermata al 13,08%.
Cosa dice l’analisi dei flussi elettorali
I numeri e l’analisi dei flussi elettorali poi fotografano una situazione molto diversa da quella raccontata da Bonafede. L’Istituto Cattaneo parla di un M5S che esce ridimensionato da questa tornata elettorale e torna ai livelli del 2012. Secondo Marco Valbruzzi l’unico partito ad aver davvero guadagnato consensi è la Lega Nord. Il M5S invece – a livello locale – risulta congelato e incapace di estendersi nei comuni.
L’analisi di Rinaldo Vignati sui flussi elettorali in cinque città (Alessandria, La Spezia, Padova, Piacenza e Pistoia) ha rilevato che generalmente il bacino elettorale del 5 Stelle si disperde in molte direzioni diverse e prevalentemente verso l’astensione. Un dato che dovrebbe preoccupare i dirigenti del partito che si vantava di aver riportato gli italiani al voto. La fuga verso il non voto è ancora più marcata a Parma dove il 14,5% dell’elettorato passa dal partito di Grillo all’astensione mentre il 4,8% dell’elettorato del M5S ha votato Pizzarotti (Effetto Parma).
Nonostante i tentativi fatti da Bonafede per dimostrarlo il M5S non è il primo partito e in certi casi nemmeno il secondo. L’analisi condotta da YouTrend sul voto delle Amministrative 2017 mostra ad esempio che al Nord il primo partito rimane il PD con la Lega Nord che ottiene un discreto risultato (soprattutto rispetto a quelle del 2012). L’Istituto Cattaneo e YouTrend dicono questo, ma cosa sono due istituti che da anni fanno analisi e statistiche politiche rispetto a Messora?
La questione delle schede elettorali troppo affollate
Bonafede è poi tornato sull’accozzaglia di simboli presenti sulla scheda elettorale. Una questione già sollevata nei giorni scorsi anche da Danilo Toninelli e dallo stesso Bonafede che aveva parlato di “tavola periodica degli elementi”. Da qualche giorno i pentastellati ripetono infatti che gli altri partiti – soprattutto il PD – si sono nascosti dietro tanti altri simboli. Al contrario il M5S non ha fatto alleanze o è entrato in coalizione con nessuno e ha corso dovunque da solo.
Si vorrebbe, da parte del M5S, far passare questo sistema elettorale come un trucco che penalizza il M5S. Ma gli onorevoli a 5 Stelle dimenticano di dire che la scelta di correre da soli è una scelta programmatica del M5S ed è anzi uno dei principali argomenti da campagna elettorale. Nessuno sta “barando” ed è anzi il M5S ad aver deciso di non fare mai alleanze con nessuno. In secondo luogo nessuno in studio ha fatto notare a Bonafede che quando i 5 Stelle hanno vinto (ad esempio a Roma e a Torino) la situazione sulla scheda era la stessa.
E Sandro Gozi che fa?
Mentre Bonafede sciorinava tutta una serie di numeri fantasiosi e di analisi variopinte Gozi è rimasto impassibile. Probabilmente perché quando ha potuto replicare si è limitato a ricordare che il M5S non ha eletto nessun sindaco (vero, ma non era quello il punto) e che il partito di Grillo ha perso il 18%. Anche questo però è un dato inventato, o meglio, Gozi probabilmente sta paragonando il risultato delle politiche (o delle europee) con quello delle comunali. Il che ovviamente non ha senso. A questo punto ci si sarebbe aspettati un intervento da parte di Lilli Gruber per riportare il dibattito su un piano di realtà. Ma così non è stato, e così ieri in a Otto e Mezzo il pubblico ha sentito un sacco di cifre ma nessun dato reale. Poi ci si lamenta dei siti e delle pagine Facebook che fanno disinformazione ma se nemmeno i professionisti riescono a far fare corretta informazione cosa si pretende dai dilettanti?