Lo sconto dei contributi per chi assume al Sud nel decreto Agosto

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-07

Nelle intenzioni del governo si dovrebbe partire a ottobre sulla scorta di previsioni certamente non positive sui possibili impatti del coronavirus sull’occupazione nel Mezzogiorno

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Nel «Decreto agosto» entra anche la fiscalità di vantaggio a favore delle imprese del Mezzogiorno: uno sconto del 30% dei contributi per chi assume al Sud. La Stampa spiega oggi che nelle intenzioni del governo si dovrebbe partire a ottobre sulla scorta di previsioni certamente non positive sui possibili impatti del coronavirus sull’occupazione nel Mezzogiorno, anticipando un progetto che si pensava di inserire nella prossima legge di Bilancio.

Lo sgravio andrà a tutti i neoassunti, senza vincoli o limiti di età. Per quest’anno il governo conta di stanziare 1-1,2 miliardi, mentre dal 2021 in avanti serviranno 4 miliardi all’anno. Secondo lo schema che i tecnici stanno mettendo a punto lo sconto, previa autorizzazione della Commissione europea, resterebbe confermato al 30% anche il prossimo anno sino a tutto il 2025, quindi sarebbe del 20% fino al 2027, e del 10% fino al 2029.

 

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Le misure nel Decreto Agosto (La Stampa, 7 agosto 2020)

Secondo le stime della Svimez quest’anno il Mezzogiorno dovrebbe subire un calo degli occupati quasi doppio rispetto al Centro-Nord, toccando il 6% contro il 3,5% del resto d’Italia. Per effetto del Covid, che pure in queste zone del Paese ha avuto un impatto minore rispetto al Nord, il Sud perderà circa 380 mila occupati contro i 600 mila del Centro-Nord. E come per il Pil anche per il lavoro la ripresa vedrebbe il nostro Mezzogiorno ripartire sì, ma col freno a mano tirato: nel 2021 la ripresa dell’occupazione si attesterebbe al +2,2% a livello nazionale col Mezzogiorno che  crescerebbe la metà del Centro-Nord: l’1,3% contro il 2,5%. «Per effetto di tali andamenti l’occupazione meridionale scenderebbe intorno ai 5,8 milioni, su livelli inferiori a quelli raggiunti nel 2014 anno in cui si è toccato il culmine della doppia fase recessiva patita dall’Italia negli anni precedenti – è scritto nel Rapporto 2020 appena presentato- . Il tasso di occupazione scenderebbe di circa 2 punti percentuali e mezzo al 42,2% per risalire di un punto nel 2021».

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