Politica

Lo scazzo tra Marco Travaglio e Gregorio De Falco sulla TAV

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-10-08

Nei giorni scorsi il direttore se l’era presa con il senatore notando che aveva votato sì alla mozione sulla TAV e il capitano ha voluto difendere la sua scelta con una lettera al quotidiano

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Gregorio De Falco e Marco Travaglio litigano nella rubrica delle lettere del Fatto sulla TAV. Nei giorni scorsi il direttore se l’era presa con il senatore notando che aveva votato sì alla mozione sulla TAV e il capitano ha voluto difendere la sua scelta con una lettera al quotidiano:

Egregio Direttore,
ho aderito al Movimento 5 Stelle, che mi ha cercato e si è presentato sotto le mentite spoglie di un’entità politica democratica che faceva vanto di principi solidaristici e di tutela ambientale. “Nessuno rimanga indietro” e “uno vale uno” non dovevano essere solo slogan ma principi che son, invece, stati traditi dai vertici del Movimento. Ho condiviso i principi, non tutte le posizioni del Movimento; in particolare, non condivido l’assetto verticistico e oligarchico del Movimento 5Stelle 2017,di cui solo ora tutti, attivisti e portavoce, sembrano accorgersi, oltre all’assoluta mancanza di ogni possibilità di dialogo e discussione, impossibilità che ha portato alla mia espulsione. (…)

Per quel che riguarda la questione della Mozione Tav, non posso non osservare che la Mozione presentata dal Movimento in Senato ad agosto, oltre a non essere esplicitamente rivolta al Governo, è un capolavoro d’ipocrisia, dato che era ben chiaro che su quel punto il Movimento era minoranza, e la scelta di proseguire l’opera era stata confermata dal Presidente del Consiglio Conte, senza che il Movimento avesse deciso azioni politiche reali per opporsi. Di cosa si sta, quindi, parlando? Questi sono solo i fatti, non altro. Saluti.

gregorio de falco luigi di maio

Travaglio ha ovviamente buon gioco nel ricordare che i tratti verticistici e oligarchici del M5S sono presenti da sempre e De Falco doveva pensarci prima:

Caro senatore,

mentre mi complimento per la prontezza di riflessi con cui si è accorto – con appena 9 anni di ritardo –dell’organizzazione e delle regole del movimento a cui ha aderito, con cui si è candidato e si è fatto eleggere, la trovo piuttosto disinformato sulla questione Tav. Come lei sa, il Contratto di governo giallo-verde prevedeva di ridiscutere integralmente l’opera con i partner europei e francesi. Cosa che il premier Conte ha fatto, senza riuscire a smuovere il governo Macron e la commissione Juncker. a quel punto la palla è passata al Parlamento, unico soggetto istituzionale deputato ad annullare eventualmente il trattato italo-euro-francese che prevede l’(inutilissima, costosissima e inquinantissima) opera cosiddetta “Tav Torino-Lione”.

I 5 Stelle hanno presentato una mozione che impegnava il Parlamento in tal senso. Tutti gli altri partiti hanno presentato e/o votato mozioni in senso contrario, quello cioè di realizzare l’inutilissima, costosissima e inquinantissima opera. Purtroppo le mozioni pro Tav hanno prevalso su quella anti Tav, grazie ai voti della Lega, di Forza Italia, del Pd e di Più Europa, alla cui mozione lei aveva curiosamente aderito pur essendo stato eletto in un movimento dichiaratamente No Tav fin dalla sua nascita. Cioè tradendo platealmente i suoi elettori. Nel malaugurato caso in cui la sua carriera politica dovesse proseguire, ovviamente in un altro partito, le suggerisco di informarsi bene sul suo programma e sulle sue regole, onde evitare spiacevoli sorprese postume a lei e soprattutto ai suoi elettori.

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