Chi ha incastrato la legge elettorale?

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-06-08

Due ipotesi di fantapolitica alla base di quanto è accaduto oggi alla Camera, dove il Tedeschellum è stato affossato da un misterioso gruppo di franchi tiratori. Facciamo un po’ i complottisti anche noi: chi è stato? Perché lo ha fatto? A chi conveniva tutto ciò? Cui prodest?

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Oggi alla Camera il voto segreto ha affossato la legge elettorale. L’approvazione di un emendamento proposto in forma identica da Michaela Biancofiore di Forza Italia e Riccardo Fraccaro del MoVimento 5 Stelle ha infatti fatto saltare l’accordo tra Partito Democratico, FI, Lega e M5S. L’emendamento approvato mirava a far applicare la norma del cosiddetto modello tedesco anche al Trentino. Nella Regione è tuttora in vigore in Mattarellum anche dopo l’approvazione del Porcellum nel 2005. Il sistema prevede dunque otto seggi maggioritari, vale a dire che il candidato più votato ottiene il seggio; ad essi si aggiungono 3 seggi proporzionali. Ovviamente nella provincia di Bolzano questo sistema assicura alla Suedtiroler Volkspartei (Svp) tutti i seggi, essendo il partito della minoranza di lingua tedesca il più forte.

Chi ha incastrato la legge elettorale?

L’emendamento Biancofiore-Fraccaro (lo chiamiamo così per semplicità) estende dunque al Trentino Alto Adige il sistema del resto d’Italia, cioè un riparto proporzionale dei collegi, e quindi la SVP ne perderebbe diversi. Come vedete, si tratta di una guerricciuola tra forze politiche locali e non si capisce come essa, da sola, abbia prodotto un terremoto politico di tali proporzioni. Prima del voto il MoVimento 5 Stelle ha fatto un discorso a favore dell’emendamento, preannunciando – anche se non esplicitando – il suo sì.  Poi alla Camera è successo un tipico pasticcio: la votazione si sarebbe dovuta svolgere a scrutinio segreto ma per un errore tecnico ha cominciato a svolgersi a scrutinio palese.
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Così è stato possibile per tutti i presenti rendersi conto che il M5S aveva votato sì, come del resto avevano fatto alcuni deputati del Partito Democratico (i puntini verdi in mezzo al rosso). A quel punto Laura Boldrini ha chiesto e ottenuto di spegnere il tabellone e qui è successo qualcosa: mentre, come vedete dallo scatto, i voti in maggioranza erano per il no, ma “magicamente” alla fine del voto (alla Camera il voto rimane aperto fino a che non viene dichiarato chiuso ed è possibile cambiare idea finché è aperto) alla fine l’emendamento è stato invece approvato. Tutto questo ha fatto scattare uno psicodramma parlamentare spettacolare: il Partito Democratico ha accusato il MoVimento 5 Stelle di aver fatto saltare l’accordo, il M5S ha risposto accusando il PD di non saper tenere a bada le sue correnti interne.



Ipotesi di complotto

In realtà, e lo abbiamo già scritto qui, la foto fatta circolare dai parlamentari PD dimostra soltanto una cosa: ovvero che il M5S ha votato effettivamente sì all’emendamento, il che era stato anche annunciato e non è stato negato da nessuno. Ma in realtà da solo il M5S non avrebbe avuto i voti necessari a far passare l’emendamento. Può quindi essere successa soltanto una cosa: una sessantina di onorevoli ha “cambiato idea” nel momento in cui il voto è “diventato” segreto, portando così alla sconfitta la maggioranza e il PD a rovesciare il tavolo, con Emanuele Fiano che ha detto che la legge elettorale è morta. Chi ha incastrato la legge elettorale? I numeri dicono che il numero di franchi tiratori necessario poteva essere raggiunto pescando da cinque  soluzioni diverse: tutti del PD, PD più Forza Italia, PD più Lega, Lega più Forza Italia, PD più Lega più Forza Italia. Allo stato attuale non ci sono prove a favore di un’ipotesi rispetto alle altre. Ma ovviamente visto il buon numero di onorevoli necessari e la scarsa probabilità che interi gruppi abbiano deciso di votare sì mentre il voto era palese e poi cambiato idea successivamente, è più probabile che a svolgere il ruolo di franchi tiratori fossero parlamentari sparsi di più partiti. Appurato (si fa per dire…) il come, non resta che rispondere a una domanda: perché? E qui bisogna lasciar stare la politica e buttarsi sulla fantapolitica.

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Foto da: Comitato Ventotene su Facebook

La prima ipotesi è la più suggestiva e può essere sintetizzata in questa vignetta pubblicata da Comitato Ventotene su Facebook. E si sarebbe svolta così: allo scopo di affossare la legge elettorale uno o più gruppi (non importa fare nomi visto che parliamo di ipotesi complottistiche) si sono accordati per votare contro le indicazioni palesi del patto tra i quattro partiti per far saltare il tavolo. Evidentemente perché l’accordo non soddisfaceva più i segretari o qualche corrente. Un “errore tecnico” che non è un errore e non è per nulla “tecnico” ma politico. Uno di quei complotti politici che hanno reso famoso e apprezzato Frank Underwood.

Il rasoio di Occam

Il problema è che questa ipotesi è suggestiva ma è anche molto lontana dalla realtà. Il Partito Democratico non vede l’ora di andare a votare, così come la Lega e il MoVimento 5 Stelle. Forza Italia aveva annunciato il no all’emendamento della sua parlamentare e avendo 46 voti disponibili da sola non ce l’avrebbe fatta. Insomma, questa ipotesi complottistica è anche molto poco realistica. E allora proviamo a farne un’altra. Meno fantapolitica e più realistica. Anche nella foto che abbiamo bollato come una mezza bufala è infatti possibile notare come dalle parti dei partiti che facevano parte dell’accordo sulla legge ed escludendo il MoVimento 5 Stelle, c’era qualche lucina verde accesa ancorché isolata. Coincidenze? Noi di Voyager pensiamo di no (cit.).
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Quei voti sono stati dati da onorevoli che in quel momento non si sono accorti che il tabellone luminoso, a differenza di quanto annunciato da Laura Boldrini che aveva dichiarato lo scrutinio segreto, stava mostrando il loro voto. Ma erano, appunto, voti isolati, dati forse perché in quel momento non stavano guardando il tabellone. Poi molti onorevoli, di ognuno dei partiti che si erano impegnati a votare no, si sono resi conto che il 5 Stelle aveva votato sì e bastavano relativamente pochi voti per far passare l’emendamento. E magari hanno pensato che al prossimo giro non saranno ricandidati, che quando ci ricapita più una fortuna del genere, che alla fine prima si vota la legge elettorale prima si va alle urne, mentre più tardi si vota la legge elettorale più tardi si va al voto, per non parlare dello stipendio. Cos’è il genio? È fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità di esecuzione (cit.). Ecco perché invece di pensare a un complicato complotto dei Poteri Forti™ si può semplicemente immaginare che qualcuno, con o senza accordo preventivo per cogliere la prima occasione utile, abbia colto l’attimo per prolungare l’agonia di questa legislatura. L’eterogenesi dei fini, avete presente? Oppure, come in Assassinio sull’Orient Express quando tutti hanno un buon motivo per uccidere non possono che essere stati tutti a uccidere. Siete delusi da cotanta miseria umana? L’alternativa è pensare che sia il solito complotto di Renzi o di Grillo o di Napolitano. Scegliete voi quale ipotesi vi sembra la più credibile.

Leggi sull’argomento: Perché questa foto rischia di far saltare la legge elettorale (anche se…)

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