Le sigarette elettroniche possono aiutare a smettere di fumare

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-08-20

Lo dice uno studio inglese finanziato dal Governo che ha analizzato la letteratura scientifica sull’argomento. Prevenzione e riduzione del rischio possono avere ricadute positive sulla salute pubblica

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Ad annunciarlo è il NHS, il Ministero della Salute britannico: le sigarette elettroniche sono meno dannose delle normali sigarette. La ricerca indipendente è stata condotta per il Public Health England (un’agenzia del Dipartimento della Salute) da Ann McNeill (King’s College of London) e Peter Hajek (Queen Mary University of London).
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DATI INCORAGGIANTI MA POCHE CERTEZZE SCIENTIFICHE
È bene dirlo subito: la pubblicazione, dal titolo E-cigarettes: an evidence update non presenta nuovi dati ma compie una revisione della letteratura scientifica a disposizione ad esempio riguardo le diverse categorie di utilizzatori e le abitudini di consumo. Analizzando numerosi studi scientifici condotti in Inghilterra a proposito delle sigarette elettroniche McNeill e Hajek hanno quindi tratto le loro conclusioni. La prima delle quali è che le sigarette elettroniche sarebbero il 95% meno dannose per la salute rispetto alle sigarette tradizionali, il che naturalmente non significa che fanno bene ma solo che fanno “meno male” delle sigarette normali.

While vaping may not be 100% safe, most of the chemicals causing smoking-related disease are absent and the chemicals which are present pose limited danger. It has been previously estimated that EC are around 95% safer than smoking.

Questo dato viene desunto dal fatto che secondo alcune ricerche la maggior parte (circa il 60%) degli utilizzatori delle sigarette elettroniche (in Inghilterra si stima siano oltre due milioni e mezzo di persone) sono ex-fumatori che ricorrono a questi dispositivi nel tentativo di non ricominciare a fumare e non sentire l’astinenza. Certo, ci sono anche coloro (più o meno il 40% dei consumatori) che alternano i due prodotti ma dal momento che la percentuale di coloro che si avvicinano al fumo solamente grazie alla sigaretta elettronica (circa lo 0,2%) è molto bassa secondo gli autori dello studio quindi si potrebbero incoraggiare i fumatori a passare dalla normale sigaretta alla sigaretta elettronica.
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Questo passaggio, se supportato da un servizio di prevenzione e riduzione del rischio potrebbe avere delle ricadute positive sulla salute pubblica. Parte di questa strategia, secondo i due autori, è non vietare l’utilizzo delle sigarette elettronica all’interno delle aree riservate ai non fumatori, un aspetto senza dubbio controverso per il pubblico visto che i due hanno anche individuato come l’opinione pubblica abbia una opinione errata circa i pericoli e i danni causati dal fumo delle e-cigs. Un altro punto critico è il fatto che non ci sono dati che dimostrino in maniera incontrovertibile che le sigarette elettroniche “funzionino meglio” di altri prodotti per smettere di fumare. Il punto è che le e-cigs sono un prodotto “alla moda” e quindi con maggiore popolarità e diffusione, pertanto il messaggio di utilizzarle per smettere di fumare è più facilmente veicolabile presso il grande pubblico. L’importante però è regolamentare in modo più preciso il mercato delle sigarette elettroniche in modo da garantire ai consumatori un prodotto il meno nocivo possibile. Insomma, se proprio non riuscite a smettere di fumare le e-cigs potrebbero fare al caso vostro, a patto che il loro utilizzo vada di pari passo con un percorso di riduzione della dipendenza da nicotina. E su quest’ultimo aspetto la ricerca inglese, stranamente, non si sofferma troppo.
Foto copertina via Flickr.com

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