Le quattro modifiche chieste da Italia Viva al Ddl Zan

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-07-02

Italia Viva per voce del suo capgruppo al Senato, Davide Faraone, ha messo sul tavolo le quattro proposte di modifica. Tra queste anche la soppressione dell’articolo 4 che ad oggi uno dei più dibattuti

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Lo scontro sul Ddl Zan continua. Questa volta a proporre quattro modifiche sono stati i senatori di Italia Viva, per voce del capogruppo al Senato Davide Faraone e del capogruppo in commissione Giustizia, Giuseppe Cucca. Negli scorsi giorni il centrosinistra tutto si era detto unito sul disegno di legge dell’onorevole dem Alessandro Zan. Iv aveva proposto alcune modifiche ma dagli scranni del partito di Matteo Renzi avevano anche fatto sapere che se questo fosse costato ulteriori lungaggini sarebbero andati avanti con il testo presentato.

Sono 4 le proposte di modifica del ddl Zan messe a punto da Iv e che puntano a tornare al disegno di legge Scalfarotto. La prima è la soppressione dell’articolo 1. Quindi “riportare il ddl Zan alla definizione contenuta nello Scalfarotto, ovvero aggiungendo le parole ‘o fondati sull’omofobia o sulla transfobia’, oltre al tema della disabilità, e rivedendo conseguentemente l’articolato”. Inoltre i renziani hanno proposto di sopprimere l’articolo 4 e modificare l’articolo 7, dopo le parole ‘nel rispetto’ inserendo ‘della piena autonomia scolastica’.

Continuano le richieste di modifica del testo, l’ultima proposta dopo Chiesa e centrodestra

Il dibattito che orbita attorno al disegno di legge nelle scorse settimane si era infervorato per via delle comunicazioni arrivate prima dal centrodestra, con la proposta Ronzulli, e poi con la missiva spedita direttamente dal Vaticano.

La paura scatenata dalle richieste risiede nei tempi che queste potrebbero comportare. A causa del lavoro ostruzionistico del leghista Ostellari Presidente della Commissione Giustizia del Senato si è perso molto, troppo, tempo. Ora un eventuale nuovo rinvio sull’approvazione di questa legge potrebbe significare calciare la palla in tribuna per rinviare la discussione su un provvedimento che sembra sempre più necessario.

Pronte le risposte del Pd e dell’opposizione, per voce di Maurizio Gasparri. Franco Mirabelli, capogruppo Pd in commissione Giustizia al Senato, ha spiegato ai microfoni dell’AdnKronos che “continua a non vedere proposte di mediazione su cui si possa riconoscete tutte la maggioranza che è l’unica condizione che potrebbe aprire spiragli. Continuo a considerare le distanze siderali”. Poi lo stesso Mirabelli ha commentato l’intervento di Faraone “proposte di Iv sono, diciamo così, comprensibili dopodichè su quelle proposte certamente Lega e Fi non ci arrivano. Continuo a pensare che la via maestra sia quella di andare in Parlamento il 13 luglio e se ci saranno possibilità di non stravolgere il testo e allargare la maggioranza le verifichiamo lì”. Gasparri insiste invece sui tre articoli che rappresentano il vero pomo della discordia “Sulla legge Zan è indispensabile aprire un confronto serio sugli articoli 1, 4 e 7”.

Il timore nella maggioranza che sostiene il Ddl è nei tempi che potrebbero portare la discussione ad arrivare alla firma del Presidente della Repubblica. Come noto se il semestre bianco dovesse essere già cominciato, Mattarella non potrebbe ratificare i lavori di Camera e Senato.

 

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