Opinioni

Le Due Scuole

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2019-05-26

Come ogni anno la scuola di mia figlia ha organizzato la rappresentazione di una tragedia greca a Palazzolo Acreide. All’inizio volevo andarci ma lo sciopero Alitalia mi aveva dissuaso. Un’emergenza, ossia, il fatto che abbiano rubato a mia figlia il portafoglio con tutti i soldi e la carta d’identità mi ha costretto ad organizzare il […]

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Come ogni anno la scuola di mia figlia ha organizzato la rappresentazione di una tragedia greca a Palazzolo Acreide. All’inizio volevo andarci ma lo sciopero Alitalia mi aveva dissuaso. Un’emergenza, ossia, il fatto che abbiano rubato a mia figlia il portafoglio con tutti i soldi e la carta d’identità mi ha costretto ad organizzare il viaggio in Sicilia di fretta e furia al fine di portarle un documento d’identità che le permettesse di prendere l’aereo di ritorno. Ma non tutto il male viene per nuocere. Ne ho approfittato per vedere tre rappresentazioni teatrali apprezzando il progetto didattico che ha coinvolto tante classi. I giovani attori hanno mostrato tutto il loro entusiasmo e hanno contagiato tutti con loro entusiasmo. La scuola di mia figlia ha rappresentato l’Alcesti di Euripide: il dramma di una moglie che decide di morire al posto del proprio marito. Le altre due scuole hanno rappresentato l’Aulularia di Plauto e l’Antigone di Sofocle. Queste due opere sono state rappresentate in un contesto moderno.L’Aulularia non è stata ambientata ai giorni d’oggi ma 50 anni fa. Secondo me la ragione di questa scelta è che il protagonista è un vecchio, Euclione. Ora 50 anni fa, i vecchi si vestivano da vecchi, adesso no: portano jeans e scarpe da ginnastica e si vestono da giovani. Quindi, essendo tutti gli attori adolescenti, era molto più facile rappresentare un vecchio vestendolo come 50 anni fa che come adesso.

L’Antigone è stata rappresentata anch’essa con un taglio moderno. L’ Antigone è stata rappresentata da un uomo (!) che prima di morire ha recitato una lettera di un partigiano condannato a morte. Secondo me, facendo così, si è perso il senso più profondo della tragedia. Antigone muore non perché appartenente a una minoranza perseguitata o perché oppressa da un tiranno ma perché ha anteposto la legge divina a quella umana. Posizione altissima quella di accettare di perdere la vita pur di non oltrepassare limiti morali considerati da noi stessi invalicabili. Può capitare nella storia dell’Umanità: io apprezzo tutti coloro che pur di non accettare le disumane leggi razziali, hanno accettato il martirio. Sicuramente molto più facile disobbedire alle leggi quando non si rischia nulla. Ma in questo caso più che atto religioso definirei la disubbidienza un atto politico. Ad esempio considero atti con forte valenza politica sia il Pannella che fumava erba pubblicamente per portare avanti la depenalizzazione delle droghe leggere e sia l’elemosiniere del Papa che rompe i sigilli per ridare la corrente elettrica agli abitanti di un palazzo occupato abusivamente.

Nonostante il forte significato simbolico, personalmente, avrei preferito che questo gesto fosse stato fatto da un politico o da un rappresentante di qualche Ong (anche d’ispirazione religiosa) piuttosto che da un rappresentante del Vaticano. Mi sembra un po’ contraddittorio che proprio una struttura che ha un immenso patrimonio immobiliare in Italia, inneggi all’esproprio popolare…Mentre rientravo a Firenze ho incontrato una professoressa di sostegno in un scuola a rischio della Sicilia. Mi ha descritto un inferno. Classi di 15-16 ragazzi violenti e destinati a far parte di un sottoproletariato urbano delinquenziale e violento. Mi ha mostrato i lividi procurati dai ragazzi. Mi ha detto che i docenti sono lasciati solo senza alcun aiuto né dallo Stato e né dalla Chiesa. I ragazzi non credono nella Scuola: gli hanno detto che fra stare 10 anni a studiare per essere sotto-occupati e guadagnare a stento 1000 Euro preferiscono lavorare per Mafia e guadagnarne 2000. Se non si investe subito nella Scuola, si perde nella battaglia contro la Mafia. Non si vede all’orizzonte nessun nuovo Don Milani anche se la situazione di allora era molto diversa da quella attuale. Allora la scuola offriva opportunità di avanzamento sociale ma era preclusa ai ceti più bassi costretti a lavorare fin da piccoli per mantenersi. Adesso la scuola non offre più opportunità di promozione sociale e così è del tutto inutile per i ceti più emarginati. Occorre reinventarla. Certo che è strano: in una sola giornata sono stato in contatto con due idee di scuola completamente diversa: quella che funziona benissimo e che ha organizzato le rappresentazioni teatrali greche in Sicilia e quella che ha a che fare con gli strati più bassi della popolazione italiana e che non ha mezzi e risorse per combattere una battaglia vitale per gli interessi e la stessa sopravvivenza dello Stato.

Leggi sull’argomento: Laura Castelli va a processo per diffamazione

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