Laura Castelli e l’UE che ci chiede un rene

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-11-27

La viceministra senza deleghe sulla trattativa con l’Europa: «Anche noi siamo per il dialogo, ma bisogna capire a quale prezzo. Se si tratta di un rene o di qualcosa di più»

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Reduce dai fasti con Padoan, la viceministra senza deleghe Laura Castelli tenta un altro numero dopo quel “Sì, lui ha studiato. E allora?” che le ha messo in bocca ieri il Corriere della Sera contribuendo all’ilarità generale e costringendo anche il Sole 24 Ore a smentire l’uso del suo grafico sull’Euribor. E il Messaggero oggi pubblica le sue esternazioni alla vigilia del vertice di maggioranza in cui si è discusso della trattativa con l’Europa.

«Conte è andato su – dice Castelli – con una direzione: ora viene giù e ci racconta come è andata. Ci racconterà i dettagli di cosa hanno in testa quelli della Commissione. Se è solo una questione di reni è un conto. Vediamo se ci chiedono di più». Non si sbilancia. Ma a un certo punto. con le mani piene di faldoni e forse numerini, si sfoga: «Noi non arretreremo sul reddito di cittadinanza, nemmeno di un centimetro. Dobbiamo e vogliamo andare avanti».

Ma la Lega è sembrata molto più dialogante di voi dopo l’incontro tra il premier Giuseppe Conte e il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker. «Anche noi siamo per il dialogo, ma bisogna capire a quale prezzo. Se si tratta di un rene o di qualcosa di più». Il Carroccio è pronto a mettere sul piatto quota 100, premettendo che non tutti i fondi stanziati saranno coperti dalle richieste: voi farete altrettanto con il reddito di cittadinanza?

«Eh, no: noi a differenza del Carroccio non facciamo campagna elettorale con i soldi dello Stato. Si sapeva che non sarebbero serviti tutti i 6 miliardi stanziati per superare la Fornero, ma quando Garavaglia lo disse, durante un vertice, Matteo Salvini iniziò a strillargli contro per farlo stare zitto. Noi, appunto, siamo differenti e i soldi stanziati per il reddito ci serviranno tutti. Non usiamo i soldi dello Stato per fini elettorali».

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Italia ed UE: su cosa si litiga (La Repubblica, 26 novembre 2018)

Castelli prima di entrare non si vuole sbilanciare su quale sarà la soluzione finale: far partire il reddito da aprile? Potrebbe essere questa la vostra parte per la causa? «Aspettiamo il vertice, voglio sentire le parole di Conte, poi ci ragioneremo su». E in ultimo c’è anche una puntatina sulle deleghe che Tria non le ha ancora dato: ma bisogna chiamarla sottosegretario o viceministro? «Di questa storia non me ne importa più nulla, anzi di questo passo le deleghe nemmeno le voglio più». La Castelli e l’uva.

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