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Laura Boldrini fa sapere che Campo Progressista non si alleerà con il PD

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-11-12

La presidente della Camera chiude la porta lasciata aperta dal discorso di Pisapia. Ma il principio del voto utile insito nel Rosatellum potrebbe penalizzare una coalizione della sola sinistra. Ecco perché quello della Boldrini sembra più un no tattico che strategico

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«Non ci sono le condizioni per un’alleanza con il Partito Democratico»: la presidente della Camera Laura Boldrini interviene in una delle sue rare sortite pubbliche di partito a Diversa, l’assemblea di Campo Progressista, per annunciare che il raggruppamento di Giuliano Pisapia non vede la possibilità di allearsi con il PD.

Laura Boldrini fa sapere che Campo Progressista non si alleerà con il PD

«Sono qui per far dialogare le varie anime progressiste: sarebbe imperativo stare assieme, tante persone chiedono risposte», ha premesso la Boldrini all’inizio del suo intervento, per poi lanciare l’affondo: «Dobbiamo prendere atto che presupposti per coalizione di centrosinistra con il partito democratico, purtroppo, non sembrano esserci». E ancora: «Campo Progressista ha cercato un dialogo costruttivo con il Pd. L’obiettivo non era un’alleanza purchessia. Questo non basta. E non basta neanche fare le alleanze contro, per non far vincere qualcun altro».
laura boldrini campo progressista
Per fare un’alleanza che funziona significa leggere lo stato della società, “condividere” un programma di governo e un programma che parli agli italiani. E fare “immaginare alle persone che stare meglio è possibile”, ha aggiunto per poi andare all’attacco del Jobs Act: «Non è stato creato nuovo lavoro, ma nuovi lavoretti, ma con questi nuovi lavoretti non si pagano i mutui, non si riesce a vivere».

Un no tattico o strategico?

L’intervento di Laura Boldrini è arrivato dopo quello di Pisapia, che si era rivolto al Partito democratico: «Voglio dirgli che l’idea dell’autosufficienza rischia di essere un suicidio politico. I nostri avversari sono le destre e i populisti e non possiamo regalare il paese a chi l’ha distrutto più volte». Pisapia, a differenza della Boldrini, sembra voler lasciare uno spiraglio aperto all’alleanza: «Agli amici del Pd dobbiamo dire con forza che c’è bisogno di unità perché senza unità non si vince, ma anche di discontinuità perché senza la discontinuità è il Paese che perde». «Discontinuità – ha proseguito Pisapia – significa che nella legge bilancio c’è bisogno sin da subito di segnali forti partendo da “un intervento importante sui superticket e da misure per la lotta alla povertà». Pisapia ha poi sollecitato “un impegno forte su ius soli e bio testamento, due dei nostri obiettivi”.
giuliano pisapia
Quella di Pisapia e Boldrini sembra una strategia dei due forni: mentre l’ex sindaco di Milano continua a lasciare una porta aperta all’alleanza con il partito di Renzi, la presidente della Camera sollecita a chiuderla, allo scopo di accelerare i tempi di una decisione che per il PD è attesa lunedì nel confronto in direzione. La legge elettorale però, per come è stata concepita e per l’invito implicito al voto utile, potrebbe penalizzare molto una sinistra che si presenti da sola senza l’alleanza con il Partito Democratico. Ecco perché più che un no strategico, quello di Laura Boldrini sembra un no tattico. Che potrebbe trasformarsi in un sì con l’avvicinarsi delle urne.

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