L'assalto dei 5 Stelle alla sala capigruppo (ma nessuno sapeva dove fossero le scale)

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-10-18

La grande battaglia a 5 Stelle per la democrazia a suon di occupazioni e tentativi di bloccare il regolare svolgimento dell’attività parlamentare continua. Ieri deputati e senatori grillini hanno tentato di difendere la democrazia bloccando l’accesso alla capigruppo ma è stato loro impedito l’accesso agli ascensori. E nessuno pare sapeva dove fossero le scale

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Anche al Senato ormai è #EmergenzaDemocratica. La discussione sulla legge elettorale, il Rosatellum Bis, deve ancora arrivare in Aula ma il MoVimento 5 Stelle ha già iniziato a combattere con tutti i metodi a sua disposizione. Come già accaduto in passato, con l’occupazione dell’Ufficio di Presidenza della Camera a suon di botte e spintoni ieri i pentastellati hanno tentato di mettere in scena un “mini-presidio pacifico di fronte alla capigruppo” per chiedere che la calendarizzazione della legge Richetti avesse la precedenza sul Rosatellum Bis.

L’assalto dei grillini alla sala capigruppo del Senato per i vitalizi

Come in passato non si è trattato di legittima “guerriglia parlamentare” ma di un vero e proprio scontro fisico. Curiosamente alla Camera i pentastellati protestavano perché la maggioranza “stava bocciando la proposta di legge del M5S” sui vitalizi. Ieri invece al Senato deputati e senatori grillini manifestavano per ottenere che la discussione in Aula di una legge che in precedenza hanno avversato si svolgesse prima di quella su una legge che in precedenza hanno appoggiato. I 5 stelle infatti facevano parte della maggioranza che sosteneva la prima versione del Rosatellum.

Succede però che le tattiche di guerriglia pentastellate siano state ben assimilate. Perché in cinque anni di Parlamento “aperto come una scatoletta di tonno” i 5 Stelle hanno spesso e volentieri occupato Commissioni, banchi del Governo e financo il tetto di Montecitorio. e quindi per evitare che senatori e deputati pentastellati potessero bloccare l’accesso alla capigruppo la riunione è stata spostata in un’altra stanza.
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I commessi – denuncia la deputata Patrizia Terzoni che ha postato il video su Facebook – sono stati schierati a presidiare l’ascensore. L’intento era quello di impedire ai 5 Stelle di andare “a manifestare davanti la capigruppo”. La conclusione è semplice: «togliere ai cittadini la possibilità di votare in modo democratico per loro è più urgente che tagliarsi gli indegni privilegi di cui godono».

La solita sceneggiata a 5 Stelle “in difesa della democrazia”

E così il M5S continua con la storia dei parlamentari che “si tengono il vitalizio”. Quando in realtà i vitalizi propriamente detti sono già stati aboliti. Nella concitazione si sente qualche senatore pentastellato urlare “sono un Senatore della Repubblica!”. Ma come, non erano semplici portavoce?
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Nicola Morra spiega su Facebook che il M5S voleva semplicemente svolgere “un semplice flash mob” per far sapere agli italiani che in Senato si stava consumando “l’ennesima pagliacciata”. Quale? Quella per cui la legge elettorale va approvata in fretta e furia mentre l’abolizione dei vitalizi poteva attendere. In che modo i cittadini sarebbero potuti venire a conoscenza del flash mob, non è dato di saperlo. O meglio: non essendoci alcuna diretta televisiva l’unico modo per “far sapere agli elettori” era fare un po’ di caciara. Cosa che è stata fatta. Ed infatti siamo qui a parlare dei 5 Stelle e del loro buffo tentativo di “ripristinare la democrazia” impedendo lo svolgimento dei lavori della conferenza dei capigruppo.
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Drammatica la vicenda del senatore Giovanni Endrizzi capogruppo del M5S al Senato che quindi avrebbe dovuto prendere parte alla riunione al piano superiore. Secondo quanto hanno raccontato Nicola Morra e Carlo Sibilia Endrizzi «stava cercando le scale per salire in capigruppo visto che le ascensori sono negate ai 5 Stelle». Cinque anni in Senato ad aprirlo come una scatoletta di tonno e ancora ha difficoltà a trovare le scale.

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