La storia di D'Alema e della coop CPL Concordia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-03-30

Un libro e i vini del presidente di Italianieuropei nelle intercettazioni dell’inchiesta che ha portato in galera il sindaco di Ischia. La replica: «Dalla CPL non ho avuto alcun regalo ed è ridicolo definire l’acquisto di 2000 bottiglie di vino in tre anni come un ‘mega ordine’, peraltro fatturato e pagato con bonifici a quattro mesi»

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Massimo D’Alema si dice sorpreso e indignato per l’accostamento del suo nome alla vicenda della cooperativa CPL Concordia, i cui dirigenti sono accusati di corruzione insieme al sindaco di Ischia Giosi Ferrandino per la metanizzazione dell’isola. Al centro di tutto c’è una delle intercettazioni agli atti dell’inchiesta sulle tangenti a Ischia, dove Francesco Simone, dirigente della CPL arrestato, chiama in causa D’Alema sottolineando la necessità di «investire negli Italiani Europei dove D’Alema sta per diventare Commissario Europeo» in quanto «…D’Alema mette le mani nella merda come ha già fatto con noi ci ha dato delle cose».
 
L’INTERCETTAZIONE SU D’ALEMA E LA CPL CONCORDIA
Nell’ordinanza di custodia cautelare il gip Amelia Primavera sottolinea, tra l’altro, che “per comprendere fino in fondo e per delineare in maniera completa il sistema affaristico organizzato e gestito dalla CPL Concordia, appare rilevante soffermarsi sui rapporti intrattenuti tra i vertici della cooperativa e l’esponente politico che è stato per anni il leader dello schieramento politico di riferimento per la stessa CPL Concordia, che è tra le più antiche cosiddette ‘cooperative rosse’, ovvero l’On. Massimo D’Alema“. L’intercettazione ambientale in cui Francesco Simone parla di D’Alema con Nicola Verrini, responsabile commerciale di area della CPL Concordia, risale all’11 marzo 2014. Per il gip questa conversazione “appare di estremo rilievo”, “oltre che per il riferimento a D’Alema” e “ad alcuni appartenenti alle forze di polizia”, anche “per il modo in cui gli interlocutori distinguono i politici e le Istituzioni loro referenti, operando la netta ma significativa distinzione tra quelli che al momento debito si sporcano le mani, ‘mettono le mani nella merda’ e quelli che non le mettono, distinzione che appunto dice tutto a proposito del modus operandi della CPL e dei suoi uomini”. Secondo il giudice, il termine “investire” utilizzato da Simone (“…investire negli Italiani europei…”) “rende più che mai l’idea dell’approccio di Simone e della Concordia rispetto a tale mondo”. In un passaggio successivo e relativo ad un’altra vicenda Simone afferma, “in riferimento sempre alla quota associativa da pagare ad un’altra fondazione (della quale , per ragioni investigative, si omette la denominazione): ‘…dobbiamo pagarlo perché ci porta questo e chiudiamo questo, no venti ma anche duecento..'”. La Cpl Concordia acquistò “alcune centinaia di copie dell’ultimo libro” di Massimo D’Alema “nonché alcune migliaia di bottiglie del vino prodotto da una azienda agricola riconducibile allo stesso D’Alema“, sottolinea il gip, nell’ordinanza di custodia cautelare, definendo questa vicenda “significativa”.
 
IL LIBRO DI D’ALEMA E LA CPL
La CPL, emerge dagli atti dell’inchiesta, ha anche sponsorizzato la presentazione del volume “Non solo euro” dell’ex leader del Pd a Ischia, l’11 maggio 2014, con l’interessamento del sindaco Giosi Ferrandino, oggi arrestato. Francesco Simone, parlando al telefono con il sindaco, candidato Pd alle elezioni europee (risulterà primo dei non eletti con oltre 80 mila preferenze – ndr) sottolinea l’importanza dell’evento: “…sotto la campagna elettorale faremo una cosa…” e poi “..questo pure è un segnale forte che ti appoggia tutto il partito…. Ferrandino – scrive il gip – si mostra molto entusiasta”. Il giorno precedente, sempre a Ischia, “la moglie di D’Alema ha presentato la sua produzione di vini”. Di questo vino, la CPL ne ha acquistate 2.000 bottiglie. Lo dice lo stesso Simone. “Confermo – dice agli inquirenti – che la CPL ha acquistato 2.000 bottiglie di vino prodotte dall’azienda della moglie di D’Alema, tuttavia posso rappresentarvi che fu Massimo D’Alema in persona, in occasione di un incontro casuale tra me, lui, il suo autista e il presidente (della CPL – ndr) Casari, a proporre l’acquisto dei suoi vini”. Il gip – facendo riferimento ad una intercettazione in cui Simone, parlando con tale Virginia della Fondazione Italianieuropei, diceva che l’acquisto dei libri da parte della cooperativa “è un’eccezione” – annota: “visto il prezzo pagato dalla CPL Concordia per ciascuna delle 2.000 bottiglie di vino acquistate (non si trattata sicuramente di un prodotto da somministrare in una mensa aziendale), si tratta evidentemente di un’altra delle ‘eccezioni’ cui faceva riferimento lo stesso Simone nel parlare dell’acquisto di libri”. Il 20 novembre 2014, in una perquisizione presso la CPL Concordia, gli inquirenti hanno sequestrato tre dispositivi di bonifici effettuati dalla cooperativa in favore della Fondazione Italinieuropei, ciascuno per l’importo di 20 mila euro; nonché un ulteriore bonifico per l’importo di 4.800 euro per l’acquisto di 500 libri di “Non solo euro” di D’Alema.
 
LA RISPOSTA DI D’ALEMA
C’è da segnalare, però, che anche secondo gli atti il 20 novembre 2014, in una perquisizione presso la CPL Concordia (la stessa durante la quale sono stati trovati dei bonifici in favore della fondazione Italianieuropei di Massimo D’Alema) gli investigatori che indagano sulle presunte tangenti ad Ischia hanno recuperato anche due fatture per l’acquisto da parte della CPL di due diversi libri scritti dall’ex ministro Giulio Tremonti, rispettivamente di 7.440 e 4.464 euro. E’ quanto si legge negli atti dell’inchiesta.  “Certamente ho rapporti con CPL Concordia, per cui tenni anche una conferenza in occasione della sua assemblea annuale. Ho rapporti con CPL come con altre cooperative e aziende private”, dichiara il presidente della Fondazione Italianieuropei, Massimo D’Alema. “Dalla CPL non ho avuto alcun regalo ed è ridicolo definire l’acquisto di 2000 bottiglie di vino in tre anni come un ‘mega ordine’, peraltro fatturato e pagato con bonifici a quattro mesi. Quanto ai libri – prosegue D’Alema – nessun beneficio personale, ma un’attività editoriale legittima, che rientra nel normale e quotidiano lavoro della Fondazione Italianieuropei. Inoltre, i libri furono acquistati per una manifestazione elettorale dedicata ai temi europei, alla quale fui invitato dal sindaco di Ischia, che era candidato del Pd”. “Do mandato all’avvocato Gianluca Luongo di difendere la mia reputazione in ogni sede”, conclude.

Leggi sull’argomento: Il Romanzo Criminale delle coop rosse

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