La storia di Cartabia contro Conte per i DPCM era una sciocchezza

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Tutti parlano della presidente della Corte Costituzionale contro il governo per le parole contenute in un discorso per il bilancio della Consulta. Ma si trattava di un testo preparato da tempo. E oggi la Cartabia lo ha spiegato: "Sono stata veramente sorpresa e anche dispiaciuta che questo richiamo al ripartire dalla Costituzione abbia potuto essere speso in riferimento a singole contese di tipo politico in corso"

Nei giorni scorsi Repubblica aveva pubblicato un articolo in cui si parlava di un “avviso” a Giuseppe Conte da parte della presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia  che nel suo bilancio del 2019 si richiamava ai valori della Costituzione per gestire l’emergenza virus.



La storia di Cartabia contro Conte per i DPCM era una sciocchezza

Cartabia parlava di «frangente drammatico nella storia del Paese e dell’umanità» e indica nella Costituzione «la bussola necessaria per navigare nell’alto mare aperto dell’emergenza e del dopo-emergenza». Parole contenute in un testo scritto e in podcast, che hanno sostituito la conferenza stampa saltata il 9 aprile poiché la stessa Cartabia aveva preso il virus. Nelle prime pagine di Repubblica nell’edizione del 29 aprile, che sembravano dall’inizio alla fine un attacco a Conte, dipinto sin dalla prima pagina come “sotto assedio”, quello della Consulta veniva dipinto come un avvertimento nei confronti del governo.



A quel punto autorevoli giuristi su Twitter avevano anche sottolineato che dietro l’attacco di Cartabia a Conte c’era il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Nella serata del 29 era tuttavia giunta dalla Consulta una precisazione illuminante:



“È fuorviante e non vera una lettura della relazione riferita a vicende politiche di questi giorni, si tratta di un testo preparato da giorni, molti contenuti del quale fanno parte del pensiero accademico della presidente Cartabia illustrato in numerosi suoi scritti e anche in alcune interviste”.

Oggi, in un’intervista con la stampa estera Cartabia ci ha tenuto a precisare ulteriormente la sua posizione: “Sono stata veramente sorpresa e anche dispiaciuta che questo richiamo al ripartire dalla Costituzione abbia potuto essere speso in riferimento a singole contese di tipo politico in corso”, e uno. “E’ davvero inappropriato attribuire al presidente della Corte costituzionale l’intendimento di scendere nell’agone politico. Se c’è un principio che un presidente tiene a preservare è proprio quello di essere super partes”, e due. “Sarebbe gravissimo che un presidente della Consulta volesse entrare nella discussione per dire ‘questo atto del governo non va bene’. Non so come si possa immaginare un atteggiamento del genere, anche per la mia storia. Vengo da un percorso accademico e a settembre quando scadrà il mio mandato tornerò alla ricerca e a insegnare. C’è una fierezza nell’essere indipendenti , prima che un dovere è una prerogativa che un giudice si deve gustare sino in fondo”, e tre. Insomma, la storia di Cartabia contro il governo era una sciocchezza.

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