La Procura della FIGC perde la faccia sul processo plusvalenze: tutti prosciolti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-04-15

Il caso vedeva coinvolte società come Juventus e Napoli (compresi i loro dirigenti). Ma il Tribunale ha respinto le richieste di accusa e condanna

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Undici club coinvolti, in vario ordine, all’interno del processo plusvalenze che oggi è arrivato al termine: tutti prosciolti. Nessuna società di calcio, nessun dirigente. Perché il caso su cui ha indagato per mese la Procura della Federcalcio italiana, per il tribunale non esiste. E, infatti, venerdì pomeriggio è stato deciso che Juventus, Napoli e gli altri 7 club coinvolti e accusati non possano essere giudicati per questa vicenda.

Processo plusvalenze, respinte le richieste della Procura Figc: tutti assolti

Nei giorni scorsi, la Procura federale aveva chiesto il deferimento per le due figure di spicco di Juventus e Napoli: inibizione per quasi un anno nei confronti del Presidente bianconero Andrea Agnelli e del suo omologo del Napoli Aurelio De Laurentiis. Questi erano i due nomi più importanti all’interno dell’elenco che riportava anche quelli di altri 59 dirigenti di tutte e 11 le squadre (tra cui anche Sampdoria, Genoa ed Empoli) finite nel mirino del processo plusvalenze.

Tutti, però, sono stati prosciolti da ogni accusa. Secondo la Procura della Figc, queste società avrebbero gonfiato i bilanci attraverso l’extra-valutazione del valore di alcuni giocatori durante le fasi di vendita o scambio dei loro cartellini con altre società. Insomma, calciatori venduti a un prezzo molto più alto del loro valore. Ma questa tesi, come previsto fin dall’origine, può essere veritiera e palese, ma si scontra con la realtà della legge del mercato: c’è chi “offre” e chi “compra”. Sta alle due parti in causa trovare la sintesi economica e il giusto prezzo, non trattandosi di beni pubblici ma di prestazioni “lavorative” di un calciatore e del suo tesseramento.

Ed è per questo che la Procura della Figc ha clamorosamente perso la faccia in questa vicenda, come confermato dal proscioglimento in primo grado di tutti i grandi e piccoli accusati: affrontare un tema così delicato e ingestibile, come una valutazione economica di un calciatore, porta a commettere gravi errori con sillogismi che non possono essere in grado di dare una risposta univoca. Perché se è vero che molti club iper-valutano i propri tesserati per trarne un vantaggio nei bilanci in termini di plusvalenza, è altrettanto vero che non esiste alcun sistema per etichettare queste operazioni come fittizie. Anche se agli occhi di molti (o forse di tutti) possono apparire tali.

(Foto IPP /Roberto Ramaccia)

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