La mezza bufala dei dati sui morti Covid dell’Istituto superiore di sanità. Spiegata bene

di Enrico Filotico

Pubblicato il 2021-10-23

Da giorni tiene banco il dibattito attorno al report dell’Iss, utilizzato dai negazionisti per sminuire le morti da Coronavirus

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In questi giorni tiene banco il dibattito attorno al report dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), gli analisti dell’ultim’ora hanno deciso che i numeri restituiscono un’Italia con soli 3mila casi covid. Rimane, s’intende, il mistero che porta al negazionismo di una pandemia. Soprattutto, rimane un rebus irrisolto perchè fare polemica ora che se ne sta uscendo ma tant’è.

La fonte di questa rivoluzionaria analisi ha due autorevoli megafoni, l’articolo a firma del direttore del Tempo Franco Bechis e l’analisi dell’ormai ex medico Alessandro Meluzzi. Così come raccontato anche dal giornalista Emilio Mola, questo narrazione sarebbe figlia del fatto che solo il 3% dei morti di Covid non avesse patologie pregresse, mentre delle oltre 130mila persone che hanno perso la vita il 97% avevano già una scheda clinica con qualche problema.

La mezza bufala dei dati sui morti Covid dell’Istituto superiore di sanità. Spiegata bene

Insomma, dopo un anno e mezzo siamo tornati ai dibatti “di covid, per il covid e con il covid”. Una mossa del gambero che negli scorsi giorni aveva fatto imbestialire la Senatrice Licia Ronzulli che si era scatenata contro Enrico Montesano.

Un dibattito che ha del surreale dopo mesi di lotta alla pandemia. In queste ore è intervenuto anche il professor Bassetti, il quale ha trovato le parole perfette per descrivere questa discussione “Questo rapporto dice che la maggior parte di quelli che sono morti di covid in Italia avevano delle patologie, fondamentalmente avevano degli altri problemi. Ma è giusto dire che uno che è obeso, che ha un po’ di diabete o che ha una fibrillazione atriale è giusto che muoia di covid? Il problema è che quando questi numeri vengono letti da ignoranti e speculatori purtroppo si dà alla gente una informazione che non è corretta”.

Sull’onda di questa riflessione va evidenziato come in Italia nei cinque anni precedenti il 2020, siano morte 640mila persone all’anno di media. Nel 2020 abbiamo registrato invece la scomparsa di 746mila persone, ovvero 100mila in più rispetto alla media. Numeri che sono stati aggiornati e pubblicati dallo stesso istituto di cui, oggi, vengono strumentalizzati i dati.

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