La legge sulle unioni civili e l'assenza della stepchild adoption

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-05-12

«Dispiace però che parte del Parlamento abbia voluto penalizzare, ancora una volta, il soggetto più debole, cioè il bambino, non riconoscendo la possibilità di adottarlo alla compagna della madre o al compagno del padre. Lasciando ancora una volta al giudice l’interpretazione della norma»

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Il Corriere della Sera pubblica oggi un intervento a firma di Melita Cavallo, ex giudice del tribunale minorile che ha spesso sentenziato consentendo la stepchild adoption in presenza di coppie omosessuali. L’ex giudice spiega che l’assenza di una norma specifica sul tema nella legge

Ho vissuto l’elaborazione delle novità al diritto di famiglia con la riforma del 1975: figli nati fuori dal matrimonio poterono essere riconosciuti, le madri poterono assolvere non solo i doveri ma anche i diritti nell’ambito familiare alla pari dei padri. Allo stesso modo vengono oggi riconosciuti diritti finora ignorati, derisi o addirittura contestati da una parte quantitativamente non trascurabile della società. I tempi erano ormai maturi perché l’Italia si allineasse alla normativa europea recepita ai sensi dell’articolo 117 della Costituzione. Non cesseranno le sterili e ideologiche polemiche perché l’elaborazione culturale è lenta e faticosa, tuttavia compito del legislatore è da un lato regolamentare i fenomeni già in atto nella società, dall’altro definire il cammino per il perseguimento di un obiettivo ritenuto vantaggioso per la società.
Dispiace però che parte del Parlamento abbia voluto penalizzare, ancora una volta, il soggetto più debole, cioè il bambino, non riconoscendo la possibilità di adottarlo alla compagna della madre o al compagno del padre, nonostante gli abbia fatto da madre o da padre a motivo della stabile convivenza. Lasciando ancora una volta al giudice l’interpretazione della norma nel valutare i singoli casi sottoposti al suo vaglio. Ci si lamenta spesso che il giudice si sostituisce al legislatore, mi sembra che, in questo caso, il legislatore abbia perso l’occasione di fare chiarezza rispetto alle possibili interpretazioni dei giudici, ritenute da taluni creative e da altri addirittura eversive.

La Cavallo aveva sollevato anche in altre occasioni critiche all’impianto finale della legge:
melita cavallo

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