Jole Santelli è preoccupatissima per il Coronavirus, per questo riapre i bar

di Mario Neri

Pubblicato il 2020-05-01

Piazza Pulita ieri ci ha fatto ascoltare le interessantissime parole della presidente della Regione Calabria Jole Santelli, che si dice “preoccupatissima” per il Coronavirus SARS-COV-2 e per COVID-19, ma ha deciso di riaprire i bar ora perché così riapriranno effettivamente tra qualche mese. La clamorosa lucidità di Santelli si sostanza anche nell’intervista rilasciata oggi al …

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Piazza Pulita ieri ci ha fatto ascoltare le interessantissime parole della presidente della Regione Calabria Jole Santelli, che si dice “preoccupatissima” per il Coronavirus SARS-COV-2 e per COVID-19, ma ha deciso di riaprire i bar ora perché così riapriranno effettivamente tra qualche mese. La clamorosa lucidità di Santelli si sostanza anche nell’intervista rilasciata oggi al Fatto, nella quale la presidente si dice pronta a blindare i confini al grido di “Prima i calabresi” e poi raggiunge confini di psichedelia che Syd Barrett spostate proprio:

Se lunedì lei immagina di venire in Calabria, deve sapere che dovrà scrivermi, dirmi dove dormirà, e accettare la quarantena.

Jole Santelli, presidente della Calabria, era parsa la più ottimista quando ha vergato l’ordinanza che permette di sostare al bar, seppure all’aperto.
Chi governa immagazzina anche tecniche di psicologia sociale. I calabresi avevano bisogno di un riconoscimento, di un atto di fiducia. Allora mi son detta: se il governo autorizza l’asporto dalla pizzeria, io allento un altro po’, li faccio anche sedere.

Qui entra in gioco la psicologa Santelli.
Devi capire l’io collettivo, il serbatoio di perplessità e di angustia che la pandemia conduce nelle menti e attivare la scintilla della palingenesi. C’è il sole all’orizzonte.

È una mole ragguardevole di introspezione.
Non possiamo più abbracciarci, baciarci, toccarci.

iole santelli preoccupatissima

Almeno il tavolino al bar…
Ecco, bravo. La luce, anche se fioca, della ripartenza. Il ritorno a una abitudine, l’avvio di un percorso di ricostruzione della socialità.

Purtroppo i baristi non l’hanno ascoltata. Pochi tavolini, nessun avventore. I comuni hanno protestato.
È una libertà che ho concesso. Mica sono obbligati.

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