L’ipotesi di rimangiarsi il deficit al 2,4%

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-10-20

Secondo il Messaggero la commissione apprezzerebbe l’idea di Tria. Ma è politicamente difficilmente praticabile

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Il Messaggero racconta oggi che dopo il downgrade di Moody’s nella maggioranza comincia a serpeggiare l’ipotesi di fare un passo indietro sul deficit:

I chiarimenti che nell’ambito del «dialogo costruttivo» il ministro Tria invierà a Bruxelles nella mattinata di lunedì conterranno essenzialmente un riepilogo delle argomentazioni usate nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza e soprattutto nella relazione al Parlamento, per giustificare la scelta di abbandonare il percorso verso il pareggio di bilancio.

Sarà quindi menzionata la crescita ancora bassa, la distanza dai livelli pre crisi, il fatto che il debito pubblico è previsto comunque in discesa nei prossimi
anni.Il ministero cercherà di valorizzare la componente di investimenti inserita nella manovra, per giustificare l’ottimismo delle stime di crescita programmatica, e nel farlo potrebbe forse spingersi a rivederne leggermente verso l’alto la sua incidenza sul totale. Tutto ciò però non basta nemmeno ad abbassare quello 0,8% di deterioramento strutturale, a meno di non voler classificare come una tantum alcune delle misure “espansive” in programma. Ma questa scelta presenterebbe difficoltà politiche, oltre che tecniche, difficilmente superabili.

conti manovra deficit
I conti della manovra (Il Sole 24 Ore, 17 ottobre 2018)

Per questo serpeggia l’idea di un passo indietro, che però Di Maio e Salvini non apprezzano per nulla:

A bocce ferme, per riportare leggermente in positivo o quanto meno in pari la variazione strutturale sarebbe necessario far scendere il deficit/Pil all’1,6, che era l’idea originaria di Tria. Secondo indiscrezioni più che credibili, la commissione apprezzerebbe anche una marcia indietro meno significativa, intorno al 2 per cento: proprio su questa eventualità, politicamente difficile da digerire, dovrà pronunciarsi l’esecutivo.

Leggi sull’argomento: Rating, cosa succede dopo Moody’s

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