Fact checking
Morra e l’intercettazione dell’indagato sul sindaco di Cosenza
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2019-05-14
C’è un verbale della Gdf, nei quali si dice che Morra il 20 febbraio 2018 (allora non era presidente della Commissione antimafia) si è recato alla Gdf alle ore 22 per depositare un dvd rom in cui c’è una intercettazione ambientale avvenuta nel suo soggiorno
Il non ancora presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra ha registrato un incontro con un indagato il 20 febbraio scorso e poi l’ha portato alla magistratura. La storia è stata raccontata ieri da Forza Italia e racconta di Giuseppe Cirò, ex caposegreteria del sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto – fratello del deputato Roberto, ndr – denunciato poi dal primo cittadino dopo aver scoperto una serie di illeciti rimborsi ai danni dell’amministrazione comunale.
L’intercettazione di Morra (M5S) sul sindaco di Cosenza
In pratica, dicono i parlamentari forzisti, “lo ha trasformato in un delatore e creato una struttura inquirente parallela allo Stato”. Con l’aggravante, secondo la ricostruzione, che il magistrato che ha poi disposto la trascrizione dell’intercettazione è diventata consulente dell’Antimafia. Una affermazione “meschina”, secondo Morra, che si è difeso così: “Il mio operato è trasparente,sfido a dimostrare il contrario in tribunale”. I tre raccontano di aver rintracciato documenti, tra cui un verbale della Gdf, nei quali si dice che Morra il 20 febbraio 2018 (allora non era presidente della Commissione antimafia) si è recato alla Gdf alle ore 22 per depositare un dvd rom in cui c’è una intercettazione ambientale avvenuta nel suo soggiorno.
Cinque giorni prima, infatti, aveva aveva invitato a casa sua un indagato, Giuseppe Cirò, ex capo segreteria del sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, denunciato da quest’ultimo dopo aver scoperto una serie di illeciti rimborsi ai danni dell’amministrazione comunale. “Lo ha trasformato in delatore”, hanno commentato i tre esponenti di FI, i quali hanno aggiunto che la registrazione è stata consegnata nelle mani di un maresciallo, Domenico Portella, che poi è stato distaccato nella segreteria in Commissione antimafia.
Il reato di traffico di influenze illecite
Il giorno dopo la consegna del dvd da parte di Morra, il procuratore aggiunto di Cosenza Marisa Manzini “con insolita solerzia e sorprendente rapidità” secondo i tre esponenti di Forza Italia, ne ha disposto la trascrizione del contenuto. Anche Manzini – hanno denunciato Santelli, Mulè e Roberto Occhiuto – è stata chiamata quale consulente della Commissione parlamentare antimafia, dopo essersi visti assegnati, negli ultimi tempi, tutti i procedimenti che riguardano il Comune di Cosenza e quasi tutti gli esposti presentati dal senatore Morra.
“Secondo noi i tre hanno prima organizzato una imboscata a un indagato trasformandolo in delatore e poi hanno fatto in modo che l’indagine fosse assegnata a quel pm. Sono soggetti indegni di rappresentare lo Stato con la voce dell’antimafia e della magistratura e soprattutto in una terra difficile come la Calabria”, hanno accusato i tre forzisti.
“Roberto Occhiuto, fratello del sindaco di Cosenza Mario Occhiuto indagato per bancarotta fraudolenta e per corruzione, che mi accusa di andare sempre in Procura è già di per sé una notizia. Se poi a dirigere la conferenza stampa è Giorgio Mulè che dialogava con Montante, ex leader di Confindustria Sicilia e condannato in primo grado a 14 anni per corruzione, e segnalava articoli a lui sgraditi come quello di Giampiero Casagni – e per questo il Mulè è stato sanzionato con la censura dal consiglio dell’ordine dei giornalisti della Lombardia-, allora la conferenza stampa ha già una doppia notizia in sé”, replica Morra. “La partecipazione della Santelli, politicamente vicina al sindaco Occhiuto in quanto sua vicesindaco, contribuisce a rendere questo quadro ancora meno credibile”.
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