Gli incendi in Grecia e le scie chimiche

di Fabio Scacciavillani

Pubblicato il 2018-07-26

Tra i trending topic su Twitter in questi giorni almeno un paio sono relativi agli incendi che stanno devastando la Grecia. E qual è il ritornello dominante nei tweet sull’argomento? Ma è ovvio, signora mia! Le devastazioni sono colpa della ferrea austerity, del dannato neoliberismo, dell’implacabile Trojka, dell’ignobile Merkel, dell’Europa maledetta, dell’euro che schiaccia le masse …

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Tra i trending topic su Twitter in questi giorni almeno un paio sono relativi agli incendi che stanno devastando la Grecia. E qual è il ritornello dominante nei tweet sull’argomento? Ma è ovvio, signora mia! Le devastazioni sono colpa della ferrea austerity, del dannato neoliberismo, dell’implacabile Trojka, dell’ignobile Merkel, dell’Europa maledetta, dell’euro che schiaccia le masse sotto il tallone nazista. Insomma i burattinai dei webeti vomitano il loro fetido repertorio attraverso miriadi di account fake per sobillare i falliti minkio-somaristi e distrarli dalla spasmodica attesa del reddito di cittadinanza o della flat tax (campa cavallo anzi campa somaro).

Se uno volesse trattare i pecoroni cibernetici come forme di vita dotate di un vago barlume di lucidità mentale, basterebbe osservare che l’allocazione delle poste di bilancio è competenza del Parlamento greco. Nessuno vieta agli onorevoli levantini ad esmpeio di decurtare le pensioni alle zitelle, che non hanno mai versato una dracma o un euro di contributi e con i fondi risparmiati comprare i mezzi anti-incendio. Ma scatterebbe nel cranio delle moltitudini patridio-tarde il riflesso condizionato che li spinge a fraternizzare con le istanze di tutti i parassiti del globo. In altri termini i grullo-legaioli identificano le proprie aspirazioni con quelle delle zitelle elleniche andate in pensione senza aver mai lavorato un solo giorno. Esattamente come i caporioni per i quali votano.

Allora occorre compiere esercizio di altissima acrobazia storico-politica: rinfrescare la memoria alle macchiette da tastiera che conoscono la formazione dell’Chievo nel campionato 1984-85, ma non hanno idea di chi fosse il ministro del Tesoro o chi fosse al governo quando l’Italia è andata sull’orlo del fallimento nel 2011. E quindi si eccita quando sente lo stoccafisso che in TV ripete “facciamoli provare”, come se i legaioli non provassero a fare disastri dal 1994. Riuscendoci peraltro benissimo con leggi tipo la Bossi Fini sull’immigrazione (tuttora in vigore) o con le varie riforme della giustizia che assicurano l’impunità ai delinquenti di ogni specie, soprattutto quelli stranieri.

Ma mossi da incrollabile fede nella possibilità di scalfire l’idiozia del generone umano con i fatti acclarati andiamo a prendere le gazzette estive del 2007, prima della Grande Crisi, prima della Trojka, prima dei (presunti) tagli al bilancio. Insomma nella mitica eta dell’oro (secondo i somaristi) quando la Grecia imbrogliava sui conti allegramente e accumulava un rapporto deficit/Pil a due cifre.

Indovinate un po’ quali erano le notizie di prima pagina nella torrida estate di undici anni fa? Gli incendi fuori controllo nel Peloponneso, che lambivano persino l’antica Olimpia e che causavano decine di morti e decine di migliaia di sfollati. E cosa aveva causato questi roghi? Il Bilderberg? La Commissione Europea? La Banca Centrale Europea? Il liberismo? La globalizzazione? Soros? No. Niente di tutto questo. Guarda caso si trattava piromani greci (allora come oggi) su cui il governo dell’epoca aveva messo una taglia fino ad un milione di euro. Ma da domani i tweet degli account anonimi (chiamati a raccolta dal tam tam online) assicureranno gli adepti delle sette quadrupedi che i piromani sono stati manipolati da massicce irrorazioni di scie chimiche.

Leggi sull’argomento: Di chi è la colpa degli incendi in Grecia?

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