Il senatore Malan e l’allusione al vaccino anti-Covid per l’epatite che sta colpendo alcuni bambini

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-04-22

Al sillogismo no vax mancano elementi-chiave, come il fatto che molti dei casi siano stati riscontrati su minori che, per età, non hanno preso parte alla campagna di immunizzazione

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Il fenomeno no vax sembrava esser stato attutito dall’attenzione mediatica che la guerra in Ucraina ha calamitato su di sé. Perché i virologi da tastiera, improvvisamente, hanno messo da parte il loro camice virtuale per raccontare teorie complottiste (e bufale) attorno alle colpe dell’Ucraina che sarebbe stata la fautrice dell’invasione subita. Ma ora, nel mondo dei paradossi, ecco che quel camice bianco viene indossato di nuovo dopo la notizia di alcuni casi di epatite che hanno colpito alcuni bambini (in tutto il mondo e non solo in Italia). E, ovviamente, per i no vax è colpa dei vaccini.

Epatite acuta colpisce bambini, i no vax danno la colpa ai vaccini

Uno dei tanti sostenitori di questa tesi, con allusione polemica tra parentesi, è il senatore di Fratelli d’Italia Lucio Malan che si è da sempre schierato dalla parte degli anti-vaccinisti. La notizia di partenza è quella che arriva dal Regno Unito, dove sono stati molti i casi di epatite acuta che hanno colpito i bambini. La maggior parte hanno meno di sei anni, così come negli altri cluster individuati in Spagna, Danimarca, Stati Uniti. Così come il bambino di Prato, che ora è stato ricoverato all’Ospedale Bambin Gesù.

L’evoluzione della malattia, la cui origine è ancora sconosciuta, è simile in molti casi: prima sintomi respiratori e poi problemi al fegato. Nel Regno Unito alcuni bambini sono stati sottoposti a un trapianto di fegato e in queste ore si sta valutando la stessa ipotesi anche per il bambini di prato ricoverato a Roma. Sta di fatto che non sono chiare le cause che hanno portato alla moltiplicazione di questa grave e improvvisa forma di epatite diffusa.

Il tema dei vaccini

Fatta questa doverosa premessa, il sillogismo epatite-vaccino sostenuto dai no vax (e alluso dal senatore Lucio Malan) è facilmente smentibile, come fatto da molti esperti che hanno parlato in queste ore: quasi la totalità dei bambini ricoverati in tutto il mondo non hanno ricevuto il vaccino. Non perché i genitori non volessero o perché non avessero i requisiti sanitari per ricevere il prodotto, ma perché per i più piccoli ancora non esiste un vaccino anti-Covid. Basti pensare, per esempio, che in Italia solo i minori di età superiore ai cinque anni hanno potuto partecipare alla campagna di immunizzazione. E questo esclude, come nel caso del bambino di Prato che ha solamente 3 anni, la presunta correlazione che Malan definisce “tabù”. Perché lo stesso discorso vale per gli altri Paesi in cui si sono evidenziati alcuni cluster.

Capitolo lockdown e mascherine

Un’altra narrazione, lanciata e rilanciata come certezza nonostante gli esperti abbiano parlato solamente di una ipotesi da dimostrare e – allo stato attuale delle cose – peregrina,  è quella del calo delle difese immunitarie provocate dai lockdown e dalle mascherine. Fabrizio Pregliasco, per esempio, sostiene che la possibilità che l’isolamento abbia portato a un abbassamento delle difese immunitarie dei minori sia un’ipotesi percorribile, ma serviranno analisi approfondite per cercare di capirne di più. Per quel che riguarda il ruolo delle mascherine nel calo di quelle stesse difese immunitarie, ovviamente al momento non vi è conferma. Ricordiamo, però, che in Italia non c’è mai stato l’obbligo per i più piccoli dei sei anni. Nel caso di Prato, il piccolo ne ha 3.

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