Il PD contro il TG3

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-12-24

Michele Anzaldi torna all’attacco contro il Tg3 accusandolo di non essere abbastanza favorevole a Renzi

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C’era una volta il Tg3, il telegiornale che negli anni bui del berlusconismo veniva descritto come il soviet della RAI anzi, come lo chiamavano dalle parti di Forza Italia, TeleKabul. Un covo di pericolosi komunisti sempre pronti a dare addosso al governo Berlusconi. È ancora così? Secondo Michele Anzaldi, deputato PD, renziano, segretario della Commissione di Vigilanza quei tempi sono ormai lontani. È quasi un anno che Anzaldi tuona contro il telegiornale della terza rete RAI accusandolo di dare poco spazio al PD. Ma se andiamo a guardar bene per Anzaldi il problema del Tg3 è di essere troppo poco renziano.

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Il pezzo di Anzaldi oggi su L’Unità. Le denunce pubbliche? Quelle di Anzaldi, ovviamente

Quanto mi manchi TeleKabul

L’ultimo attacco al Tg3 Anzaldi lo ha lanciato oggi dalle pagine de L’Unità, dove invitando il direttore Verdelli e il direttore generale Campo Dall’Orto a rilanciare gli ascolti del telegiornale di Rai3 in realtà Anzaldi accusa per tutto il pezzo il Tg3 di parlare troppo poco del PD e di dedicare poco spazio al governo e al partito di maggioranza relativa. Nel pezzo leggiamo perle come:

Il notiziario di Raitre, che in epoche difficili per la tv come gli anni di governo di Silvio Berlusconi ha rappresentato un presidio di informazione fondamentale, con il direttore Antonio Di Bella, premiato dagli ascolti, sembra ora aver perso la sintonia con una parte rilevante dei suoi telespettatori.

Ovvero quella parte di telespettatori che vota PD. Oppure:

Ieri sera il Tg3 ha deciso di aprire con la vicenda delle banche, dedicando quasi 10 minuti a questo tema, il 30% del totale del notiziario. Altri notiziari della sera, come Tg1 e Tg5, hanno aperto con la Legge di Stabilità, approvata definitivamente nel pomeriggio dal parlamento, con provvedimenti di grande interesse pubblico diventati legge, come l’abolizione della tassa sulla prima casa.

Ovvero il Tg3 ha parlato per 10 minuti di una delle “grane” del governo Renzi, mentre altri notiziari come il da sempre filogovernativo Tg1 e il Tg5 hanno aperto magnificando i successi della Legge di Stabilità che porta in dono agli italiani l’abolizione della tassa sulla prima casa. Il Tg3 non ha parlato dell’impegno del governo a favore dell’ambiente inserite nella Legge di Stabilità (Anzaldi all’inizio della sua carriera era in Legambiente) ma ha preferito far conoscere la posizione di Movimento 5 Stelle e Forza Italia.

Nessun approfondimento su questo, però, è comparso ieri sera al Tg3. Sul caso banche, invece, i telespettatori del notiziario hanno potuto conoscere in sonoro le posizioni critiche di due partiti dell’opposizione, il Movimento 5 stelle con Di Battista e Forza Italia con Gasparri, mentre una sola voce è stata lasciata alla maggioranza, con il senatore del Pd Marcucci.

Sopresa, il PD è il primo partito al Tg3

Anzaldi continua sciorinando i dati secondo i quali il Tg3 favorirebbe l’opposizione a discapito della maggioranza, ma omette di dire però quanto tempo in voce (ovvero lo spazio in cui un soggetto politico o istituzionale parla direttamente in video) è stato concesso dal telegiornale al governo. In realtà se si vanno a leggere i dati diffusi da AgCom l’11 dicembre per il periodo di novembre 2015 (gli ultimi disponibili) si vede che le cose non stanno proprio come le racconta il deputato PD. Il Partito Democratico rimane il primo partito come tempo di parola anche sul Tg3. E si devono aggiungere i 54 minuti (su un totale di un’ora e un quarto) monopolizzati dal Presidente del Consiglio e dai Ministri del governo Renzi.
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Quella di Anzaldi contro il Tg3 e contro la terza rete Rai in generale è una battaglia che va avanti da parecchio, con toni sempre più accesi da parte del deputato renziano. Al punto che all’Espresso hanno iniziato a parlare di aria da editto bulgaro nei confronti del Tg3 da parte dei renziani.
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Al Corriere della Sera infatti Anzaldi aveva sfogato tutta la sua frustrazione dicendo che a Rai 3 forse non hanno ancora capito chi comanda. Niente male per l’esponente di un partito il cui segretario (che è anche premier) aveva twittato una cosa del genere.

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Chissà se qualcuno ha detto ad Anzaldi di questo tweet

 
A febbraio Anzaldi aveva tuonato dalle pagine dell’Huffington Post contro l’eccessivo presenzialismo di Matteo Salvini negli studi di Rai3. Durante la vicenda delle dimissioni del sindaco di Roma Ignazio Marino Anzaldi aveva invece accusato il Tg3 di aver dato troppo spazio all’ex-sindaco della Capitale rispetto al PD e contestualmente di aver dato troppa voce, ad agosto, alla minoranza Dem. Accusa alla quale aveva replicato il vice-direttore di Rai 3 Giuliano Giubilei spiegando che

Per provare che Roberto Speranza come presenza è secondo soltanto a Renzi, Anzaldi ha usato i dati di agosto, quando i politici sono via. Una sola intervista di 3 minuti al leader della sinistra dem gli ha fatto scalare la classifica. Però a settembre, l’ho calcolato io, è tornato al trentesimo posto

Riguardo la stessa vicenda anche Il Giornale si è fatto avanti – immaginate la felicità di poter tornare a parlare di TeleKabul – sciorinando i dati dell’Osservatorio di Pavia relativi al periodo tra il 19 e il 25 settembre:

Le dichiarazioni degli esponenti del Pd sul Tg3 occupano il 28,4% contro il 22,7% del Tg1 e il 19,5% del Tg2 mentre al governo viene concesso solo il 24,5% a fronte di percentuali che si aggirano attorno al 30% per le prime due reti Rai. Su Raitre, infine, a Forza Italia e Cinquestelle rimane il 7,4% mentre sul Tg1 e sul Tg2 hanno più dell’11% del tempo complessivo

A quanto pare poi la copertura data al governo nei telegiornali Rai non è proprio bassina. Ma Anzaldi vuole di più.


Foto copertina via Wikipedia.org

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