Il padre di Seid Visin parla dopo due mesi: “È stato razzismo”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-07-19

In un’intervista rilasciata su Il Corriere della Sera, Walter Visin parla della morte del figlio. L’uomo a distanza di tempo ritiene di aver sottovalutato il problema razzismo, tanti i momenti di scoramento per il ragazzo dopo le offese per il colore della pelle

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Sono passati meno di due mesi dal suicidio di Seid Visin, il ragazzino italiano di origini etiopi che si è tolto la vita ad inizio giugno. Walter, il papà adottivo della vittima, ha deciso che le ultime parole di suo figlio diventeranno un manifesto per la lotta contro il razzismo. In una intervista questa mattina al Corriere della Sera, “Io e mia moglie abbiamo deciso che daremo voce al pensiero di Seid – racconta il padre del ragazzo – porteremo avanti la sua lotta contro il razzismo e contro ogni tipo di discriminazione”.

La storia di Seid era fatta di capitoli turbolenti. Quando si tolse la vita i genitori dissero fin da subito che il razzismo non era tra le ragioni, a distanza di tempo il padre è tornato sui suoi passi. Ha ripreso una lettera che il figlio aveva scritto nel 2019. Da lì è partito una nuova analisi di quei fatti.

Il padre di Seid Visin parla dopo due mesi, ora vuole portare le parole del figlio nelle scuole. Il razzismo parte del problema

Walter non ha mai dato tutta la responsabilità al razzismo, ma oggi dice il razzismo è parte del problema. “Ovunque io vada, ovunque io sia, sento sulle mie spalle come un macigno il peso degli sguardi scettici, prevenuti, schifati e impauriti delle persone”, aveva scritto il ragazzo nel 2019. I genitori dell’ex Milan e Benevento hanno deciso così, al fianco dell’associazione “Mamme per la pelle”, di portare la loro testimonianza in soccorso di chi soffre per le discriminazioni. “Siamo arrivati alla conclusione che Seid ci nascondeva la sua sofferenza per il razzismo, per proteggerci – dice Walter sulle colonne de Il Corriere – Ecco. Dirò anche questo nella cerimonia prevista a settembre per dedicare a lui il campetto di calcio in cui giocava». Il racconto passa attraverso momenti a cui i genitori non hanno dato, forse, il peso che avrebbero meritato. Dagli insulti sugli spalti alle offese in mezzo alla strada, la fuga da Milano per tornare a Nocera dove era più coccolato. Ma non è bastato, nulla è servito a salvare la vita di Seid Visin.

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