Il nuovo statuto del PD

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-11-17

Sono undici (più la conferma delle primarie aperte per la scelta del segretario) le modifiche apportate ai 47 articoli che compongono lo statuto democratico, circa un quarto dell’interno impianto normativo dei dem

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La riforma dello statuto Pd è stata approvata, secondo quanto si apprende, dall’assemblea nazionale con 566 voti favorevoli, un voto contrario e 5 astenuti. Sono undici (più la conferma delle primarie aperte per la scelta del segretario) le modifiche apportate ai 47 articoli che compongono lo statuto democratico, circa un quarto dell’interno impianto normativo dei dem. Eppure, vanno ad incidere su campi che riguardano molto da vicino la vita dei dirigenti e, soprattutto, di elettori e militanti.

Il nuovo statuto del PD

La novità politicamente più rilevante è la fine dell’automatismo per il quale il segretario del Pd è anche candidato alla presidenza del Consiglio: un aspetto legato ad una interpretazione della “vocazione maggioritaria” del partito che voleva i dem elettoralmente autosufficienti. Ma era fondata su un modello rigidamente bipolarista, oggi di fatto scomparso. In questo modo, invece, la premiership sarà sempre contendibile attraverso le primarie di coalizione, e sarà altrettanto contendibile la segreteria del partito. Al tempo della segreteria di Matteo Renzi, infatti, si è dovuto attendere che l’ex premier lasciasse Palazzo Chigi per convocare il nuovo congresso: il rischio era, infatti, che il venir meno della leadership dell’allora segretario provocasse scossoni anche sulla tenuta del governo. Al secondo punto politico riguarda la ‘forma’ stesso del partito e dei suoi organi statutari. Il Pd diventa un partito federale, con la nuova direzione nazionale indicata per la metà dai territori ed eletta per i suoi 2\3 dai territori e per un terzo composta da rappresentanti e amministratori locali, segretari locali e regionali scelti dagli iscritti. Allo stesso principio risponde anche la nuova assemblea nazionale dei sindaci che si avvale anche di un coordinamento e di un coordinatore che sara’ componente della segreteria nazionale.

zingaretti bologna

La quarta novità riguarda le regole del congresso che non sarà convocato solo per votare, ma anche per discutere. E’ prevista una prima fase per gli iscritti riservata al confronto su documenti politici e contributi tematici; in una seconda fase, per iscritti ed elettori, si terranno primarie aperte per la scelta del segretario e del suo programma di mandato. Introdotta anche la possibilita’ del Congresso straordinario per tesi su proposta del Segretario. Quest’ultimo punto risponde anche alla necessita’ di ‘aggiornare’ l’ultimo congresso alla luce di una non trascurabile novita’ sopravvenuta nell’anno appena trascorso: la mozione Piazza Grande con la quale Zingaretti ha vinto il congresso escludeva qualsiasi possibilita’ di dialogo con il Movimento 5 Stelle, cosi’ come facevano le altre mozioni in campo. Con la formazione del governo Conte II e l’accordo di governo trovato con Luigi Di Miao e il suo partito, questa impostazione è da considerarsi superata. Lo stesso Zingaretti lo ha sottolineato nella direzione che ha dato il via libera alla riforma del partito. Quinta novita’ sara’ la perfetta parita’ di genere in tutti gli organismi esecutivi, ad ogni livello. Questo per quanto riguarda i punti più ‘politici’ della riforma.

Gli undici punti del nuovo statuto del PD

Un secondo capitolo riguarda invece la vita di elettori e militanti. La sesta novità riguarda, infatti, la piattaforma deliberativa online Pd per chiedere di aderire, discutere, proporre, scegliere. La piattaforma e’ aperta a iscritti ed elettori e vuole essere uno strumento con cui “battere il Movimento 5 Stelle sul campo del web”, come Zingaretti ebbe a dire il giorno della presentazione della sua mozione congressuale. La riforma, inoltre, da’ il via libera ai circoli online e ai Punti Pd: i primi permetteranno di ‘liberare’ il partito dal cosiddetto signori delle tessere, ovvero quegli esponenti locali che controllano il tesseramento a livello territoriale, diventando dei veri e propri ‘capi bastone’ all’interno del partito. Con i circoli online questo meccanismo sara’ superato e il numero dei tesserati sarà certificato e trasparente. I Punti Pd mirano a strutturare di più il partito a livello territoriale, facendolo uscire dalle sezioni per portarlo dove le persone vivono e lavorano. L’ottavo punto del cambiamento riguarda la creazione di una rete di volontari democratici per azioni e progetti di tutela dei beni pubblici sui territori. Nasce anche la fondazione per la formazione e la promozione della cultura politica, presieduta da Gianni Cuperlo. La decima modifica riguarda la sostenibilità ambientale: il Pd sarà il primo partito ad avere un bilancio di sostenibilità secondo gli obiettivi di Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Infine, è previsto un piano annuale per la ripartizione e gli incentivi ai territori legati alla promozione del 2×1000 per il finanziamento delle attività.

Ecco le principali novità del nuovo Statuto del Pd, secondo quanto viene sottolineato dalla segreteria nazionale:
– nasce la piattaforma digitale deliberativa dei democratici, con più forza ai circoli e più apertura anche con i circoli on line, quelli tematici, i punti Pd e la rete dei volontari.
– più spazio ai sindaci, che entrano di diritto nell’assemblea nazionale e si organizzano con un coordinamento nazionale e un coordinatore che entra in segreteria nazionale.
– confermate le primarie e introdotta la novità del ballottaggio: gli iscritti nei circoli sceglieranno i due candidati che andranno al voto degli elettori nei gazebo
– nasce la Fondazione di cultura politica nazionale
– parità di genere in tutti gli organismi dirigenti a ogni livello
– superato l’automatismo segretario-candidato premier.

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