Politica
Il discorso di Draghi al Senato: il governo farà le riforme e affronterà le emergenze
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2021-02-17
“Oggi, l’unità non è un’opzione, l’unità è un dovere. Ma è un dovere guidato da ciò che son certo ci unisce tutti: l’amore per l’Italia”. Questa sera alle 23 circa ci sarà il voto di fiducia a Palazzo Madama, mentre domani lo stesso appuntamento è a Montecitorio
Alle 10 di questa mattina Mario Draghi si è presentato in Senato per il suo primo discorso davanti al Parlamento. Ha ringraziato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per l’opportunità di guidare il governo e poi ha fatto appello all’unità nazionale. Quindi un grazie anche a Giuseppe Conte, seguito da lunghi applausi da parte dell’ex maggioranza e ululati (tremendi) della vecchia opposizione. Poi una stoccata a Salvini: “Sostenere questo governo significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’Euro, di un’Unione europea sempre più integrata”.
Stasera alle 23 ci sarà il primo voto alla fiducia del nuovo esecutivo, che dovrebbe conquistare una maggioranza quasi totale, che conta un tutti dentro con fuori solo Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Domani sarà invece la volta della Camera. Poi il governo sarà al 100 per cento operativo.
Cosa ha detto Mario Draghi
Prima del discorso del presidente del Consiglio in Aula c’è stato un ricordo di Franco Marini, già presidente del Senato, scomparso il 9 febbraio scorso: “La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile nella politica italiana”.
Poi prende la parola, tradendo un po’ di emozione, il premier Mario Draghi:
La nostra responsabilità nazionale, il principale dovere a cui siamo chiamati tutti è combattere con ogni mezzo la pandemia. Una trincea dove combattiamo tutti insieme, il virus è nemico di tutti. Prima di illustrarvi il mio programma un mio pensiero a tutti coloro che soffrono della crisi economica che la pandemia ha causato. Ci impegniamo a comunicare con ampio anticipo il cambiamento delle regole (applauso). Il governo farà le riforme, e affronterà le emergenze. Dobbiamo occuparci di chi soffre, di chi perde il lavoro. Non vi è mai stato nella mia lunga vita professionale un momento di emozione così intensa e responsabilità. (applausi). Ringrazio Giuseppe Conte, che ha affrontato la situazione (applausi e ululati da parte dell’ex maggioranza)…Conta la qualità delle decisioni, il coraggio delle visioni, non i gironi di tempo. Oggi noi abbiamo, come accadde ai governi dell’immediato dopoguerra, la possibilità, o meglio, la responsabilità di avviare una nuova ricostruzione. (…) Ogni spreco oggi è una sottrazione che facciamo alle prossime generazioni. Nella speranza che i giovani che prenderanno il nostro posto non abbiano da rimproverarci del nostro egoismo. Sostenere questo governo significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’Euro, di un’Unione europea sempre più integrata. (…)Non c’è sovranità nella solitudine, solo l’inganno di ciò che siamo. Dobbiamo essere più orgogliosi, più giusti e più generosi nei confronti del nostro Paese.
Ha parlato poi di alcuni dati economici, di istruzione e del piano delle vaccinazione:
La nostra prima sfida è di distribuirlo (il vaccino) velocemente ed efficientemente, non dobbiamo limitare le vaccinazioni in luoghi specifici. (…) dobbiamo ridurre le possibilità che sorgano altre varianti del virus. La casa come luogo di cura è oggi possibile con la telemedicina. La scuola: dobbiamo tornare a un orario normale, e dobbiamo recuperare le ore di didattica in presenza perse lo scorso anno. Soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno in cui la didattica a distanza ha incontrato difficoltà. Il ritorno a scuola deve avvenire in sicurezza. Bisogna investire nella formazione del personale docente. (…) Occorre investire adeguatamente nella ricerca, puntando all’eccellenza. Quando usciremo, e usciremo, dalla pandemia che mondo troveremo? (…) Il settore del turismo va aiutato ad uscire dal disastro creato dalla pandemia, ma senza scordare che il turismo avrà un futuro se esso vive nella nostra capacità di preservare l’ambiente. Uscire dalla pandemia non sarà come riaccendere la luce. (…) Vogliamo lasciare un buon pineta, non solo una buona moneta.
Poi parla della parità di genere:
L’Italia oggi presenta uno dei peggiori gap salariali tra generi in Europa. (…) Puntiamo a un riequilibrio di gap salariale, permettendo alle donne di superare la scelta tra famiglia e lavoro. Aumento dell’occupazione, in primis femminile, è obiettivo del Mezzogiorno.
Quindi gli investimenti pubblici:
In tema di infrastrutture occorre investire sulla preparazione tecnica, legale ed economica dei funzionari pubblici per permettere alle amministrazioni di poter pianificare, progettare ed accelerare gli investimenti con certezza dei tempi, dei costi e in piena compatibilità con gli indirizzi di sostenibilità e crescita indicati nel Programmanazionale di Ripresa e Resilienza. Particolare attenzione va posta agli investimenti in manutenzione delle opere e nella tutela del territorio, incoraggiando l’utilizzo di tecniche predittive basate sui più recenti sviluppi in tema di Intelligenza artificiale e tecnologie digitali. Il settore privato deve essere invitato a partecipare alla realizzazione degli investimenti pubblici apportando più che finanza, competenza, efficienza e innovazione per accelerare la realizzazione dei progetti nel rispetto dei costi previsti.
Il Recovery Fund:
Il precedente governo ha già svolto una grande mole di lavoro, dobbiamo approfondire e completare quel lavoro. Il Programma è finora stato costruito in base ad obiettivi di alto livello e aggregando proposte progettuali in missioni, componenti e linee progettuali. Nelle prossime settimane rafforzeremo la dimensione strategica del Programma, in particolare con riguardo agli obiettivi riguardanti la produzione di energia da fonti rinnovabili, l’inquinamento dell’aria e delle acque, la rete ferroviaria veloce, le reti di distribuzione dell’energia per i veicoli a propulsione elettrica, la produzione e distribuzione di idrogeno, la digitalizzazione, la banda larga e le reti di comunicazione 5G. (…) Dovremo dire dove vogliamo arrivare nel 2026, ma dove vogliamo stare nel 2030 e 2050. Chiariremo il ruolo del terzo settore.
Le riforme:
Alcune riguardano problemi aperti da decenni ma che non per questo vanno dimenticati. Fra questi la certezza delle norme e dei piani di investimento pubblico, fattori che limitano gli investimenti, sia italiani che esteri. inoltre la concorrenza: chiederò all’Autorità garante per la concorrenza e il mercato, di produrre in tempi brevi come previsto dalla Legge Annuale sulla Concorrenza (Legge 23 luglio 2009, n. 99) le sue proposte in questo campo. (…) Una riforma fiscale segna in ogni Paese un passaggio decisivo. Indica priorità, dà certezze, offre opportunità, è l’architrave della politica di bilancio. In questa prospettiva va studiata una revisione profonda dell’Irpef con il duplice obiettivo di semplificare e razionalizzare la struttura del prelievo, riducendo gradualmente il carico fiscale e preservando la progressività. Funzionale al perseguimento di questi ambiziosi obiettivi sarà anche un rinnovato e rafforzato impegno nell’azione di contrasto all’evasione fiscale.L’altra riforma che non si può procrastinare è quella della pubblica amministrazione.
Poi su Europa e rapporti internazionali:
Nei nostri rapporti internazionali questo governo sarà convintamente europeista e atlantista, in linea con gliancoraggi storici dell’Italia: Unione europea, Alleanza Atlantica, Nazioni Unite. Ancoraggi che abbiamo scelto fin dal dopoguerra, in un percorso che ha portato benessere, sicurezza e prestigio internazionale. Profonda è la nostra vocazione a favore di un multilateralismo efficace, fondato sul ruolo insostituibile delle Nazioni Unite. Resta forte la nostra attenzione e proiezione verso le aree di naturale interesse prioritario, come i Balcani, il Mediterraneo allargato, con particolare attenzione alla Libia e al Mediterraneo orientale, e all’Africa.
Alla fine l’appello al Parlamento:
Questo è il terzo governo della legislatura. Non c’è nulla che faccia pensare che possa far bene senza il sostegno convinto di questo Parlamento. E’ un sostegno che non poggia su alchimie politiche ma sullo spirito di sacrificio con cui donne e uomini hanno affrontato l’ultimo anno, sul loro vibrante desiderio di rinascere, di tornare più forti e sull’entusiasmo dei giovani che vogliono un paese capace di realizzare i loro sogni. Oggi, l’unità non è un’opzione, l’unità è un dovere. Ma è un dovere guidato da ciò che son certo ci unisce tutti: l’amore per l’Italia.