Il blog di Grillo e i veri numeri su irregolari e rimpatriati

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-08-10

I numeri sui rimpatriati del Viminale, sugli irregolari e sugli irrintracciabili. E la risposta del consigliere Bertola alle accuse di razzismo

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Un paio di giorni fa sul blog di Beppe Grillo è uscito un post a firma di Vittorio Bertola, consigliere comunale per i grillini a Torino, in cui si mettevano in fila quattro proposte sull’immigrazione chiedendo una stretta sugli irregolari. In particolare, nel post di Bertola si affermava che era necessaria l’«Istituzione di sistemi efficienti per il rimpatrio forzato delle persone a cui viene respinta la domanda di asilo. Non è ammissibile che anche a quel 40-50% di domande che viene respinto corrisponda di fatto una ammissione in Italia, come clandestini, perché ci si limita a consegnargli un foglio con scritto “devi lasciare il Paese, fallo tu, ok?”. Questo non è un comportamento serio, se uno deve essere espulso deve essere accompagnato alla frontiera e/o caricato su un aereo per il suo Paese di origine, a forza se necessario». Oggi sulla Stampa di Torino il Viminale idealmente risponde alla storia degli irregolari che non vengono rimpatriati, riportando i veri numeri del fenomeno e descrivendo le procedure di rimpatrio.

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I numeri dei rimpatri (La Stampa, 10 agosto 2015)

IL BLOG DI GRILLO E I VERI NUMERI SU IRREGOLARI E RIMPATRIATI
Spiega il quotidiano nell’articolo a firma di Guido Ruotolo che dall’inizio dell’anno sono stati 3150 i rimpatriati con voli charter su un totale di 8497 irregolari rimpatriati. Di voli ne partono due a settimana, vanno al Cairo, a Tunisi o in Nigeria; il Viminale fa anche sapere che dalle prossime settimane torneranno anche gli irregolari partiti dal Gambia. l’Italia sta cercando di ricostruire gli accordi per i rimpatrio con i paesi di partenza:

A settembre partiranno i negoziati con Costa d’Avorio, Senegal, Ghana, Bangladesh, Pakistan. Non è vero che il nostro Paese è solo una «groviera» che accoglie flussi incontrollati di migranti – in queste ore abbiamo superato la soglia dei 100.000 arrivi – e consente loro di varcare le frontiere per raggiungere i Paesi europei del Nord o del centro. Salvataggio in mare, contrasto ai trafficanti di clandestini, politiche dell’accoglienza e della integrazione. Ma anche coerenza nel ridurre la presenza degli irregolari che non hanno il diritto di vivere in Italia. La nostra politica sull’immigrazione si muove su piani diversi.
Il volo charter è una ghigliottina che tronca le illusioni di chi, una volta raggiunto il nostro Paese, pensava di poter vivere qui, senza documenti, senza un lavoro o una identità certa. Spesso l’illusione dura il tempo di sbarcare dall’aereo e raggiungere la polizia di frontiera. I migranti arrivano anche alle frontiere aeroportuali, Fiumicino o Malpensa, e non varcano il posto di polizia. Respinti perché privi dei permessi di soggiorno o di lavoro, vengono fatti imbarcare su un volo di linea che li riporterà a casa.

Il 31 luglio sono stati rimpatriati 8497 irregolari, mentre per altri 9571 il provvedimento non è stato eseguito perché irrintracciabili. Sono gli albanesi, con 3250 rimpatri, a guidare la classifica dei respingimenti, seguiti dai tunisini, 921, e dai marocchini, 680. Ma ci sono anche 146 cinesi, 337 moldavi, 133 siriani, 101 ucraini, 221 afghani. Nel 2014 invece sono stati 15726 i rimpatriati su un totale di 30906 rintracciati.
 
BERTOLA: RAZZISTA IO?
“Chi accusa me e il Movimento 5 Stelle di razzismo è evidente che non ha argomentazioni e non sa esprimersi sui contenuti”. Così, interpellato dall’ANSA, Vittorio Bertola, consigliere comunale torinese autore delle proposte sull’immigrazione comparse sul blog di Beppe Grillo. “Quell’intervento è nato da uno scambio di mail all’interno del movimento sul tema dell’accoglienza – sottolinea – si tratta di opinioni maturate sulla conoscenza dei problemi”. “Quelle pubblicate sul blog sono le proposte relative a chi non ha diritto di asilo – spiega – ma ci sono anche quelle per chi quel diritto lo ha e che dovrebbe essere accolto più degnamente”. Nessun accostamento, dunque, con le posizioni leghiste. “Sull’immigrazione non si tratta di essere leghisti, ma neppure di essere come la sinistra – osserva – probabilmente la via giusta sta nel mezzo…”. Bertola respinge anche le critiche ricevute dai suoi stessi compagni del Movimento 5 Stelle: “Ho solo espresso una opinione – ribadisce – chi punta il dito non ricorda forse che nel movimento uno vale uno”.

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