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Il video di Ibrahimovic all’uscita del ristorante chiuso (ma aperto per lui) dopo 3 ore

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-04-15

Il filmato è stato mandato in onda da Zona Bianca, su Rete4

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Il filmato dura pochi secondi, ma mostra Zlatan Ibrahimovic all’esterno del ristorante in cui è stato pizzicato qualche giorno fa – nonostante la zona rossa e le restrizioni che riguardano i locali a Milano – mentre sale sul furgoncino e va via, polemizzando con la persona che stava realizzando il video con una telecamera nascosta. Le immagini sono state mandate in onda da Zona Bianca, la trasmissione condotta da Giuseppe Brindisi e in onda il mercoledì sera su Rete 4. Si vede il calciatore (senza mascherina) all’uscita del locale. Poi la polemica e la discussione dialettica a distanza.

Ibrahimovic, il video all’uscita del ristorante chiuso (ma aperto per lui)

Il filmato integrale è disponibile sul sito di Mediaset Play: due minuti in cui Giorgio Sturlese Tosi ricostruisce quanto avvenuto domenica 11 aprile, quando Milano e la Lombardia erano ancora in zona rossa. Ricordiamo, anche se ormai questi provvedimenti sono noti a tutti, che sia nelle aree colorate di rosse che in quelle arancioni (i due livelli di rischio più alti) i ristoranti non possono accogliere i clienti al loro interno, ma possono solamente procedere con l’asporto e le consegne a domicilio.

Sta di fatto che Ibrahimovic esce dal locale e viene fermato da questa persona che sottolinea come il calciatore e le altre persone che erano con lui siano entrate nel ristorante di Tano Simonato e ci siano rimasti per circa tre ore. Sia l’attaccante svedese del Milan che gli altri, negano di aver partecipato a un pranzo. La loro versione parla di un incontro lavorativo.

La storia del ristoratore in divisa

Alla fine, sempre con telecamera nascosta, viene immortalata la reazione del titolare del ristorante, Tano Simonato. Di lui sappiamo già molte cose, soprattutto conosciamo la sua posizione negazionista – quasi cospirazionista – sulla pandemia (ma anche sui vaccini). Gli si chiede perché indossasse la divisa da chef, ma quello non può essere considerato un discrimine: anche in zona rossa (e arancione) i ristoranti possono lavorare per l’asporto e le consegne a domicilio. Quindi la divisa non era il vulnus del problema.

(foto: da Zona Bianca, Rete4 – Mediaset Play)

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