La guerriglia annunciata dalla Lega nelle commissioni in Senato

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-09-12

Ma il presidente di assemblea può sciogliere le commissioni in caso di ostruzionismo. Per questo si rischia di non farne nulla

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«Ma loro non hanno capito cosa vorrà dire avere la Lega all’opposizione, non avranno tregua»: queste le parole guerriere del Capitano che promette guerriglia nei confronti del governo M5S-PD nelle Commissioni e in Parlamento. Una presa di posizione che serve a caricare i 124 deputati e i 58 senatori della Lega. Ricorda oggi Carmelo Lopapa su Repubblica che ne controllano 6 su 14 al Senato, dove gli equilibri per la maggioranza sono molto più precari (Borghesi agli Affari costituzionali, Ostellari alla Giustizia, Tesei alla Difesa, Bagnai alle Finanze, Pittoni alla Pubblica istruzione, Vallardi all’Agricoltura). E poi 5 su 14 alla Camera (Borghi al Bilancio, Benvenuto all’Ambiente, Morelli ai Trasporti, Saltamartini alle Attività produttive, Giaccone al Lavoro). Oltre alla bicamerale per l’attuazione del federalismo (Invernizzi) e la commissione straordinaria per la tutela dei diritti umani (Pucciarelli).

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Le commissioni in Senato (La Repubblica, 12 settembre 2019)

Ma c’è un però, come abbiamo spiegato all’epoca. Salvatore Curreri su lacostituzione.info propone una possibile via d’uscita all’impasse, anche tenuto conto delle dichiarazioni di Borghi. L’unica ipotesi praticabile secondo Curreri, che rimanga al tempo stesso entro i regolamenti e la prassi delle due Camere è quella di un intervento in Commissione del Presidente di Assemblea qualora «ritenesse il comportamento del Presidente di Commissione non improntato a leale collaborazione». In questa eventualità il Presidente dell’Assemblea potrebbe sciogliere anzitempo la commissione. Non si tratterebbe di una revoca del Presidente ma di tutta la Commissione. Certo, immaginare che possa essere fatto per undici volte (e soprattutto al Senato dove la Presidente è espressione del centrodestra) non sembra poi così realistico. Intanto però c’è chi, come Claudio Borghi, si è fatto più cauto: : «Rispetterò le mie prerogative, i piccoli dispettucci non fanno per noi. Io non blocco nessuno, anzi voglio che Pd e M5S vadano avanti e facciano emergere tutte le loro contraddizioni, a cominciare dalla manovra».

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