Gregorio De Falco sale a bordo della nave a 5 Stelle

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-01-04

La campagna acquisti del MoVimento continua, tra i volti noti che si apprestano a candidarsi con il partito di Grillo e Di Maio c’è anche l’eroe della Costa Concordia che però prima di essere certo di essere candidato dovrà superare lo scoglio delle Parlamentarie gestite da Casaleggio Jr.

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Tra i volti noti che si apprestano a salpare sulla nave del M5S spunta anche quello di Gregorio De Falco. Per tutti De Falco è “l’eroe della Costa Concordia”, l’ufficiale della Marina Militare che intimò a Francesco Schettino di risalire a bordo della nave rimasta incagliata negli scogli di fronte all’Isola del Giglio. Secondo il Corriere della Sera è probabile che de Falco possa essere candidato al Senato a Livorno, città dalla quale la notte del 13 gennaio 2012 ha coordinato le operazioni di soccorso per i naufraghi della Concordia.

Il M5S candida l’eroe dell’Isola del Giglio

L’anti-Schettino, l’eroe che in quella tragica notte pronunciò la fatidica frase “salga a bordo, cazzo”, ha rappresentato per tutti l’Italia migliore. Da una parte c’era un Comandante che per una folle bravata aveva fatto schiantare una nave da crociera sugli scogli, dall’altra invece l’Italia onesta, che lavorava e che aveva ben chiaro quale fosse il senso del dovere. Schettino stava scappando dalla nave e dalle sue responsabilità, il Comandante De Falco lo spronava a prendersi le sue responsabilità, quella frase colorita «era l’invito a un recesso attivo, a una desistenza volontaria dal reato, affinché l’autorità potesse riprendere in mano il coordinamento dei soccorsi» spiegherà De Falco qualche anno dopo.
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De Falco ha sempre spiegato che se Schettino avesse seguito il suo consiglio e avesse esercitato la sua autorità nella gestione dei soccorsi si sarebbero potute salvare anche le 32 vittime del disastro. Anzi, secondo De Falco se Schettino fosse risalito a bordo gli italiani lo avrebbero accolto come un eroe, nonostante le sue responsabilità nella tragedia. Le cose sono purtroppo andate diversamente. De Falco ha anche dovuto “subire” l’onta di  un trasferimento a Napoli che per molti – lui compreso – è stata una rimozione dagli incarichi operativi. La Marina però ha sempre negato spiegando invece che si trattava di un normale avvicendamento e non di una misura punitiva. De Falco fece anche un ricorso al Tar, ma perse.

Sfortunato quel paese che ha bisogno di eroi

In questi cinque anni, a parte le recriminazioni sul suo trasferimento a Napoli, De Falco si è tenuto distante dai riflettori. Ora invece la scelta di salire a bordo della nave pentastellata che proverà a vincere le prossime elezioni politiche. L’entusiasmo degli attivisti a 5 Stelle è al massimo. C’è addirittura chi ci spiega che “gli altri” candidano Schettino al ministero della difesa. Come ogni partito che si rispetti il M5S ha bisogno di volti noti e non di emeriti sconosciuti.
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E cosa c’è di meglio, nella battaglia manichea tra bene e male – tra buoni e cattivi – che sono diventate le prossime elezioni che candidare uno dei buoni? Fedele servitore dello Stato, ligio al dovere, fustigatore dei pusillanimi e dei codardi De Falco è l’uomo giusto per rappresentare i valori del M5S. Del resto una delle prime azioni “eclatanti” dei neoeletti deputati a 5 Stelle non fu quella di salire sul tetto di Montecitorio per difendere la Costituzione?
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E in fondo chi meglio di un Comandante di fregata potrà spiegare ai 5 Stelle come aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno? Certo, sarebbe interessante sapere quali idee politiche ha De Falco. Cosa ne pensa ad esempio dell’immigrazione o di uno qualsiasi dei temi della politica italiana? Perché “salga a bordo, cazzo” è un bellissimo slogan, ma gli elettori dovrebbero poter aspirare a qualcosa di più. Magari a sapere come governerebbe il Paese. Ma nella democrazia diretta da Grillo non c’è spazio per questi dettagli. A quelle cose ci pensano Grillo e Casaleggio. Gli eletti devono solo portare voti.
 

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