Gratteri racconta il veto di Napolitano quando doveva diventare ministro di Renzi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-02-09

“Perché il veto di Napolitano? Chiedete a lui. Pare che avesse detto che sono un pubblico ministero troppo caratterizzato”, dice oggi il magistrato calabrese ospite di Lucia Annunziata su Raitre

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Nicola Gratteri, ospite a In 1/2 Ora in più su Raitre da Lucia Annunziata, ha parlato del famoso veto di Giorgio Napolitano che da presidente della Repubblica impedì che il magistrato calabrese fosse nominato ministro della Giustizia del governo Renzi nel 2014.

Gratteri racconta il veto di Napolitano quando doveva diventare ministro di Renzi

“Ho conosciuto Renzi nel 2014, il giorno prima che andasse dal presidente Napolitano. Non è che mi fidassi di Renzi, gli dissi quello che bisognava fare e lui era d’accordo su tutto, parlammo di cose strutturali che riguardavano il sistema giudiziario”, ha detto l’attuale capo della procura di Catanzaro rispondendo a una domanda di Lucia Annunziata sulla sua mancata nomina a ministro della Giustizia. “Perché il veto di Napolitano? Chiedete a lui. Pare che avesse detto che sono un pubblico ministero troppo caratterizzato. Non so cosa volesse dire – ha aggiunto Gratteri -. È vero che sono molto indipendente e non faccio parte di nessuna corrente, ho un carattere duro, non conosco mediazioni al ribasso. In ogni caso, una volta finito l’incarico di ministro, avrei guidato un’azienda agricola, sono un bravo agricoltore, di certo non avrei fatto più il magistrato per una questione di serietà e credibilità”.

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Gratteri ha poi parlato dei complimenti ricevuti da Matteo Salvini e dell’incontro con il Capitano: “Queste cose non mi toccano più di tanto, non mi cambia il modo di lavorare. Salvini è venuto anche a trovarmi. Io parlo con tutti. Mi chiamano parlamentari da Fdi a Leu, faccio il consulente gratuito ma poi fanno quello che vogliono. Lo posso fare perché non ho mai chiesto niente a nessuno. Quando vado a Roma faccio la questua dalle forze dell’ordine al ministero, ma è normale se si dirige un ufficio”. Infine ha detto che “Quella raggiunta dalla maggioranza di governo sulla prescrizione “e’ una mediazione al ribasso. La prescrizione serviva per costringere il legislatore e i politici a interessarsi a fare le modifiche per velocizzare il processo senza abbassare le garanzia dell’imputato o dell’indagato. Un legislatore serio dovrebbe spiegare perche’ un fascicolo resta nel mio armadio 4-5 anni, e dovrebbe creare le condizioni per far sì che non resti tutto quel tempo”.

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