Perché la vittoria di Alessio Figalli non è italiana

di Michele Boldrin

Pubblicato il 2018-08-03

Che la cosa chiamata “patriottismo” sia una stronzata primitiva, dannosa ed assurda lo vedi in casi come quello di Alessio Figalli. Ovviamente il “merito” del tutto sta nella capacita’ del cervello di Figalli di elaborare cose e risolvere problemi che la quasi totalità di noi non sa nemmeno pensare. Per capire cosa intendo dovete dare un’occhiata, per …

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Che la cosa chiamata “patriottismo” sia una stronzata primitiva, dannosa ed assurda lo vedi in casi come quello di Alessio Figalli. Ovviamente il “merito” del tutto sta nella capacita’ del cervello di Figalli di elaborare cose e risolvere problemi che la quasi totalità di noi non sa nemmeno pensare. Per capire cosa intendo dovete dare un’occhiata, per mezz’ora almeno, a qualche esempio di ciò di cui si occupa:

questo credo sia il suo libro più rilevante

e questo un paper con implicazioni per la teoria economica

Oltre a queste sue inusuali capacità cerebrali, avrà ovviamente giocato un ruolo importante l’aver avuto/acquisito in infanzia ed adolescenza una personalità/carattere/ambiente familiare che l’hanno stimolato a dedicarsi allo studio ed alla matematica invece di diventare solo un tipo strano e geniale ma magari “perso”. Date queste due precondizioni, il resto viene di conseguenza se c’è un minimo di ambizione (che fa parte del carattere).

alessio figalli

Ovviamente uno così va alle migliori scuole disponibili nel suo campo ed ovviamente poi cerca finanziamenti e posti dove lo stimolino e valorizzino. Ed ovviamente è andato all’estero, ma questo è secondario. È andato in posti ottimi ma, ne son certo, tolta la SNS anche il laureato medio italiano non conosce nessuno dei tre istituti dove ha fatto per ora la sua carriera! Il fatto è che ora ognuno sta dicendo: merito nostro. Della bandiera, perché quel cervello è nato in Italia. Del liceo dove ha studiato – l’asilo/elementari/medie niente … eppure son quelli gli anni in cui avviene quasi tutto, cognitivamente parlando! – dell’università dove si è laureato, di quella dove ha fatto il dottorato. Una gara a prendersi pezzettini di “fama”.

Mentre invece è ovvio che una persona con quelle capacita’, che nasca in un paese decentemente sviluppato in una famiglia decentemente normale e frequenti delle scuole non indecenti, qualcosa di buono, anzi ottimo, lo fa di sicuro. Che poi vinca proprio la Fields o diventi anche “solo” un grande matematico o semplicemente un notevole matematico, dipende da mille fattori, spesso casuali e non controllabili. Si chiama “fortuna” (quella che impera sui mondi). La patria, mi dispiace, c’entra nulla. Per la semplice ragione che la “patria” o anche solo “le istituzioni scolastiche italiane” potrebbero vantarsi dei teoremi di Figalli se questi – invece di essere il prodotto di un individuo e delle sue caratteristiche speciali – fossero il prodotto di un gioco di squadra.

Se quei teoremi fossero un prodotto tipico e frequente del sistema, se fossero il frutto di azioni diffuse compiute da migliaia di partecipanti a quei sistemi (patria o scolastici) allora, forse, sarebbe il caso di vantarsene. Insomma, se fossero un risultato “medio” prodotto da milioni di persone e che pertiene a milioni di esse, allora il patriottismo sarebbe giustificato. Come, per esempio, lo è quello finlandese o coreano nel caso dei test PISA … Ma la Fields concessa a Figalli non è né italiana, né francese, né americana, né svizzera. È di Figalli e complimenti a lui.

P.S. Ah, in questo tripudio di patriottismo vale la pena sottolineare che uno dei 4 vincitori è un migrante curdo, ovvero un rifugiato (Caucher Birkar). In UK, guarda caso. Qualcuno lo comunichi ai poveretti con la bava alla bocca in odio ai migranti.

Leggi sull’argomento: Perché il razzismo in Italia non è una fake news

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