Giulia Gibertoni: la storia del «patto segreto» per la candidata M5S in Emilia Romagna

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-09-19

Tirata fuori dalla Gazzetta di Modena: si parla di una compensazione per quanto accaduto alle europee. Ma lei ha risposto su Facebook

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La modenese Giulia Gibertoni è la candidata alla Regione Emilia-Romagna per il MoVimento 5 Stelle alle elezioni del 23 novembre. I risultati del secondo turno delle primarie online sono stati pubblicati in mattinata sul sito di Beppe Grillo. Trentanove anni, ricercatrice e docente a contratto di Semiotica all’università di Milano, la Gibertoni era una delle favorite della vigilia. Il suo nome era già noto per aver partecipato nei mesi scorsi alle elezioni europee, dove ha raccolto 16.534 preferenze. Eletta in un primo momento, la Gibertoni ha perso pero’ il seggio a Bruxelles, dopo un secondo riconteggio che ha favorito il veronese Marco Zullo per appena due voti.
 
GIULIA GIBERTONI E LA STORIA DEL PATTO SEGRETO
E proprio su questa storia della candidatura sfumata all’ultimo, ieri, la Gazzetta di Modena ha dedicato un articolo che fa riferimento anche ai risultati delle Regionalie:
giulia gibertoni movimento 5 stelle emilia romagna
Scrive il quotidiano:

Esclusa dopo il riconteggio dall’europarlamento, Giulia Gibertoni è la candidata di punta del Movimento 5 Stelle alle regionali. E in molti, tra gli attivisti, sussurrano di un accordo per inserirla come capolista nel gruppo modenese. Si tratterebbe di un accordo post-bocciatura, quasi un premio per non aver fatto polemiche.

Ieri la stessa Gibertoni ha risposto su Facebook:

Mi chiedo perché la Gazzetta di Modena, prima di riportare tante invenzioni – sorprendenti e sconnesse – non ritenga di prendere qualche informazione seria e/o verificata, almeno parzialmente. Perché riporti solo frasi di altri e non la mia replica, perché non abbia interpellato direttamente me o il Movimento, scegliendo invece di ripiegare su tutte quelle righe stizzite e senza spessore.
Mi sembra piuttosto un tentativo di informare i suoi lettori (contenti loro) in modo parziale e fazioso. E mi sorprende davvero, persino tenendo conto della testata.
Insomma, perché continuare a sprecare carta così? Non sono mai sparita come viene riportato stando a un fantomatico “esponente in vista”, anzi sono sempre disponibile al confronto con tutti (purché ovviamente ci sia qualcosa di cui parlare).
Né io né il Movimento – che è il vero bersaglio di questo attacco – agiamo secondo le logiche della vecchia politica (e forse del vecchio giornalismo). Anzi da sempre chi fa attivismo cerca innanzitutto trasparenza ed è solo a questa che dà spazio.
Curioso invece l’atteggiamento della Gazzetta che mi dedica attenzione proprio e soltanto in coincidenza con le primarie 5 stelle.
Capisco il “giornalismo creativo” capisco l’attacco politico, ma queste dinamiche mirano a screditare e a non approfondire mai.
Li lascio fare perché tanto è tutto finto ma mi riservo a questo punto di essere io ad approfondire.


CHE COSA DICEVA L’ARTICOLO?
L’articolo partiva dal racconto del ricorso dell’attivista Barbara Miele, che all’epoca chiese il riconteggio dopo l’esclusione per pochi voti. All’epoca il suo posto, quello che si era conquistato con oltre 16mila preferenze, passò infatti a un altro candidato della stessa circoscrizione, il veneto Marco Zullo che, stando al riconteggio dei voti disposto dalla Corte d’Appello di Venezia, l’aveva sopravanzata di due schede. Ma due comuni del Friuli non avevano inviato il riconteggio che certificava il sorpasso. Ma la Gazzetta di Modena dice anche altro:

Chiacchiere rimbalzate da vari gruppi provinciali, arrivata fino a Roma e vissuta con un certo imbarazzo. Nella lista geminiana dei 5 Stelle ci dovranno infatti essere quattro uomini e altrettante donne e la Gibertoni, per la sovraesposizione mediatica ottenuta in quei giorni di Europee, ha altissime possibilità di finire al vertice. L’inserimento nei “magnifici otto” porterà di conseguenza un altro premio, frutto di una promessa compensativa: sarà lei a fare da capolista sulla scheda elettorale, opzionando un seggio in viale Aldo Moro? Ma le indiscrezioni sul patto segreto non piacciono agli attivisti, che già si interrogano: è nell’animo del Movimento fare un accordo politico su queste basi? «Dov’è l’intransigenza utilizzata finora?», si domanda un esponente di punta del gruppo modenese.

Intanto, su Twitter, c’è chi fa i conti in tasca alla democrazia diretta:

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