Opinioni

Giovanardi e Roccella minacciano di non votare più la fiducia al governo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-10-14

Prosegue il braccio di ferro tra Pd e Ncd sulle unioni civili. ”Con ostinazione e arroganza – affermano in una nota congiunta Eugenia Roccella e Carlo Giovanardi, esponenti del Nuovo Centrodestra – il Pd ha voluto oggi incardinare in Aula al Senato il provvedimento sulle unioni civili, azzerando la discussione in commissione e forzando le […]

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Prosegue il braccio di ferro tra Pd e Ncd sulle unioni civili. ”Con ostinazione e arroganza – affermano in una nota congiunta Eugenia Roccella e Carlo Giovanardi, esponenti del Nuovo Centrodestra – il Pd ha voluto oggi incardinare in Aula al Senato il provvedimento sulle unioni civili, azzerando la discussione in commissione e forzando le procedure, nonostante la nostra disponibilità a trovare un accordo sui tempi, e il ritiro dell’80% degli emendamenti da parte di Ncd per evitare strumentali accuse di ostruzionismo. Il Pd ha preferito invece votare il calendario con il M5S e con Sel piuttosto che cercare una mediazione”. ”Il nuovo testo – sostengono – è, in realtà, il solito testo Cirinnà, che introduce una forma simil matrimoniale fra persone dello stesso sesso, e che con la stepchild adoption apre la porta all’utero in affitto. Il percorso del ddl è stato sottoposto a evidenti e pesanti forzature per evitare che si apra nel paese un dibattito approfondito sul tema, e perché il Pd possa mantenere una promessa fatta in campagna elettorale, pegno da pagare alla sinistra interna, ignorando ogni richiesta da parte degli alleati di governo”.
giovanardi roccella
“Il ricorso a maggioranze variabili a seconda delle convenienze del Pd – sottolineano dunque Roccella e Giovanardi – è per noi umiliante e inaccettabile, in particolare dopo lo sforzo comune per superare il percorso accidentato e faticoso sulle riforme. Né si può invocare l’autonomia del Parlamento, tentando di mascherare il coinvolgimento del governo: abbiamo ascoltato impegni pubblici presi dal ministro dei Rapporti col Parlamento, sia sulla tempistica della legge che sui contenuti, e abbiamo persino assistito a uno sciopero della fame (sostanzialmente intrapreso contro l’alleato di governo) da parte di un sottosegretario”. “Non possiamo che trarne le ovvie conclusioni, e cioè che fin da ora ci sentiamo liberi di non votare la fiducia al governo, quando sarà richiesta: se il Pd decide di ignorare i propri alleati, deve essere pronto ad accettarne le conseguenze”, concludono.

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