Ecco i giornali a cui il M5S taglierà i soldi pubblici

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-10-13

La mannaia di Crimi colpirà soltanto lì, perché soltanto lì si percepiscono. Alla faccia della ridicola polemica sui “giornaloni”

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Il MoVimento 5 Stelle ha annunciato a più riprese negli ultimi tempi che taglierà i fondi pubblici ai giornali. Lo ha fatto spesso subito dopo che era stato pubblicato un articolo sgradito su qualche grande testata italiana perché molti eletti e tutti gli elettori sono convinti nel loro intimo che i quotidiani come il Corriere della Sera, La Repubblica e La Stampa prendano contributi.

Ecco i giornali a cui il M5S taglierà i soldi pubblici

La verità è però un’altra. L’ultima erogazione del 2016 ha riguardato 54 testate generaliste, 121 settimanali perlopiù diocesani, 87 periodici per gli italiani all’estero, 33 voci dei non vedenti, 10 house organ delle associazioni dei consumatori. Lo Stato ha distribuito a questi 305 “soggetti” 63 milioni di euro, racconta oggi Repubblica in un articolo a firma di Concetto Vecchio. I requisiti principali per accedere al fondo per l’editoria presso la presidenza del consiglio dei ministri sono: pubblicare con una cooperativa di giornalisti o con un ente no profit, essere giornali delle minoranze linguistiche nelle regioni a statuto speciale, editare un quotidiano per gli italiani all’estero oppure per i non vedenti. E infatti, spiega la tabella, oggi a prendere più soldi pubblici è il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana Avvenire, seguito da Libero e il Manifesto che insieme si portano a casa 12,6 milioni di euro.

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I giornali che prendono la quota maggiore di contributi pubblici (La Repubblica, 13 ottobre 2018)

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Subito dopo in questa speciale classifica arriva Primorski dnevnik, sconosciuto (ai più) giornale della minoranza slovena con redazioni a Trieste e Gorizia, il Dolomiten ovvero il giornale dei sudtirolesi e il Foglio, che ha preso 800mila euro. Il 31 per cento dei fondi è stato assorbito da cinque quotidiani nazionali – Avvenire (5,9 milioni di euro), Italia Oggi (4,8 milioni), Libero quotidiano (3,7 milioni), Il manifesto (3 milioni), Il Foglio (800mila euro) – che, secondo
Crimi, hanno creato «un’asimmetria concorrenziale obiettiva con altri nazionali».  Gli altri giornali finanziati sono perlopiù locali, da Il Cittadino al Corriere di Romagna, dal Dolomiten alla Neue Sudtiroler Tageszeitung. Chi, tra i locali, ha incamerato più di tutti è Il Quotidiano del Sud, diffuso in Calabria, Basilicata e Campania: 2,8 milioni di euro. La mannaia di Crimi colpirà soltanto lì, perché soltanto lì si percepiscono. Alla faccia della ridicola polemica sui “giornaloni”.

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