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L’ex senatore che denuncia Di Maio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-05-20

L’avvocato Giorgio Pizzol, trevigiano, si è sentito dare del ladro di privilegi a proposito dei vitalizi. E non ci sta

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L’avvocato Giorgio Pizzol, trevigiano, ex senatore, in carica dal 1987 al 1992, il 12 aprile scorso si è sentito dare del ladro da Ignazio Corrao, durante la trasmissione “L’aria che tira” su La7. «Il vitalizio – disse Corrao – è un privilegio assurdo e medievale e gli ex parlamentari e ex consiglieri regionali ne rivendicano pure la legittimità». E poi, riferendosi all’avvocato Maurizio Paniz, presente in collegamento video: «Lui fa il suo mestiere di avvocato, dice di difendere un diritto, ma in realtà difende un privilegio rubato».

L’ex senatore che denuncia Di Maio

Per questo Pizzol ha deciso di querelare per diffamazione Corrao ma anche Luigi Di Maio e Tiziana Beghin, tutti del MoVimento 5 Stelle. Portando prove a supporto della sua tesi: tweet di Di Maio del 28 giugno 2018: “I vitalizi non sono diritti acquisiti ma privilegi rubati”. Dichiarazione di Di Maio ad Askanews, davanti a Montecitorio, del 12 luglio 2018: “I percettori di vitalizio sono parassiti sociali che hanno campato sulle spalle di tanta gente”. E via dicendo, per arrivare alla deputata Beghin che il 12 aprile scorso, a “Mattino Cinque”, dice: “I vitalizi sono privilegi rubati ai cittadini da una casta che vuole autoalimentarsi”.

Visto il tempo che è passato, è improbabile che ci siano gli estremi per proseguire nella querela per Di Maio e Beghin, mentre per Corrao non dovrebbero esserci problemi. Dice Pizzol al Gazzettino: «Non posso accettare di essere additato al pubblico disprezzo come una persona che gode di un “privilegio medievale rubato”. I compensi percepiti sono stati quelli, e soltanto quelli, espressamente stabiliti dalle norme della Costituzione, delle leggi e dei regolamenti parlamentari vigenti all’epoca in cui ho legittimamente esercitato il mandato parlamentare. Tali compensi non sono mai stati dichiarati illegittimi o illeciti né d aun’autorità amministrativa né, tanto meno, dall’autorità giudiziaria». E non c’è stato solo il taglio del vitalizio, conferma ad Alda Vanzan: «Varie persone – ha scritto Pizzol – incontrandomi mi hanno detto apertamente: “Finalmente hai finito di rubare”. Inutile dire che questo fatto costituisce un’ulteriore fonte di sofferenza». Di qui la denuncia. Pizzol si riserva di costituirsi parte civile.

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