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Giorgia Meloni dice che la sinistra vuole “un nuovo modello patriarcale”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-09-05

La lettera della leader di Fratelli d’Italia in risposta alle domande di Antonio Polito

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Incalzata sul tema della donne e dei loro diritti, Giorgia Meloni ha voluto rispondere al giornalista Antonio Polito inviando una lettera a Il Corriere della Sera. Nella missiva, pubblicata dal quotidiano, la leader di Fratelli d’Italia ha ribadito tutte le posizioni della destra conservatrice italiana, rivendicando anche i suoi successi come protagonista della scena politica alla guida del suo partito, e ha puntato il dito contro la sinistra, offrendo una fantasiosa ricostruzione di quel provvedimento (mai approvato) contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo (il ddl Zan).

Meloni, la lettera su come vuole difendere le donne e i diritti

Come intende difendere le donne Giorgia Meloni? La leader di FdI rende se stessa come misura dei diritti delle donne e delle possibilità di emergere nel mondo – così come in politica – che, troppo spesso, è centrato sulle figure di leadership al maschile:

“Secondo Polito però il messaggio che trasmetterei sarebbe quello di una donna che «ce l’ha fatta» perché «diventata brava come un uomo». Penso invece di avercela fatta perché sono brava come una donna”.

Poi sostiene di voler difendere i diritti civili delle donne basandosi su concetti tipici dei conservatori, tirando in ballo la legge 194 che deve essere applicata in maniera “piena e integrale” – cosa che già avviene, come abbiamo spiegato in un precedente approfondimento sulle parole di Matteo Salvini – proprio per aiutare le donne. Donne che non sarebbero aiutate dalla sinistra. Secondo Giorgia Meloni, infatti, una legge discussa in Parlamento ne era l’emblema:

“E la sinistra, cosa vuole, per le donne? L’abbiamo visto con il ddl Zan: l’appiattimento della differenza sessuale, un nuovo modello patriarcale che fa scomparire le donne e distrugge il materno. Per la sinistra, essere madre non è un valore sociale ma addirittura qualcosa che può essere comprato e venduto: l’utero si può addirittura affittare e le donne povere si possono sfruttare. Bisogna lasciare fare il mercato”.

Insomma, di parità di diritti non si parla. E si tira in ballo il ddl Zan che, tra le varie contestazioni, non ne aveva mai ricevuta una sul “nuovo modella patriarcale”.

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